Notte di violenza in Ortigia. Un gruppo di coetanee aggredisce una minore, poi scatta la “spedizione punitiva” contro chi tentava di sedare la rissa. Gilistro (M5S): “Una pugnalata allo stomaco”
Quella che doveva essere una tranquilla serata di sabato a Ortigia si è trasformata in un incubo di violenza cieca. Teatro dell’accaduto, lo scorso 29 novembre, è stata l’area di Porta Marina, cuore pulsante della movida aretusea, dove si è consumato un pestaggio che ha visto vittima una ragazzina, aggredita da un gruppo di coetanee, e successivamente tre giovani “colpevoli” di essere intervenuti per difenderla.
La ricostruzione dei fatti
Secondo le testimonianze raccolte e denunciate da Carlo Gradenigo (Lealtà e Condivisione), la scintilla è scoccata quando un gruppo di ragazzine ha accerchiato una coetanea, iniziando a picchiarla e a tirarle i capelli. Le urla della vittima hanno attirato l’attenzione di alcuni giovani presenti, che sono intervenuti prontamente per sedare la rissa, allontanando una delle aggreditrici più feroci.
È in quel momento che la violenza ha cambiato volto. La ragazza allontanata, ribaltando la realtà, avrebbe urlato una frase che suona come una sentenza distorta: “I fimmini nun si toccunu, ora chiamu i masculi e viremu” (“Le donne non si toccano, ora chiamo i maschi e vediamo”). Una minaccia a cui è seguito, pochi istanti dopo, l’arrivo di quattro soggetti – descritti come “il branco” – che si sono scagliati contro i soccorritori.
Il bilancio è pesante: uno dei giovani intervenuti è stato colpito a tradimento con un pugno da dietro, riportando un taglio sopra l’occhio a causa degli occhiali rotti; un altro è finito a terra, preso ripetutamente a calci; un terzo ragazzo, accorso in aiuto degli amici, ha ricevuto una testata in pieno volto. Solo l’intervento di un esercente della zona, che ha allertato le forze dell’ordine, ha messo in fuga gli aggressori, evitando conseguenze peggiori. Sulla vicenda indaga ora la Polizia, che sta lavorando per identificare i responsabili, sospettati di essere soggetti già noti alle forze dell’ordine.
L’indignazione della politica
Dura la condanna del deputato regionale del Movimento 5 Stelle, Carlo Gilistro, che definisce l’accaduto “una pugnalata allo stomaco”. «Tutto questo è avvenuto nel cuore di Ortigia, che dovrebbe essere il posto dove portare i figli a respirare bellezza, non paura – commenta Gilistro –. Mi arrabbio perché questi ragazzi non sono alieni: sono cresciuti nelle nostre case, nelle nostre scuole. La violenza non nasce sotto un lampione, ma molto prima, quando chi interviene per aiutare viene trattato da sciocco invece che da esempio». Gilistro punta il dito contro il cortocircuito educativo: «Se una ragazzina può urlare “le femmine non si toccano” mentre ne picchia un’altra e chiama il branco, vuol dire che abbiamo confuso tutto. Serve una Comunità educante vera: famiglia, scuola e istituzioni devono parlare con una sola voce».
Sulla stessa linea proprio Carlo Gradenigo, ex assessore e presidente di Lealtà e Condivisione, che ha fornito i dettagli più crudi della vicenda: «Tutto ciò avviene in pieno centro ad opera di siracusanissimi ragazzini ai quali andrebbero aperti gli occhi sul significato di valori e legalità. È esploso un mix sconclusionato di femminismo e patriarcato tossico. È fondamentale che non passi il messaggio omertoso che, davanti a tali episodi, sia meglio farsi gli affari propri».









