Aggiornato al 27/02/2024 - 18:59

La Federazione delle Misericordie del Sud Italia escluse dal bando di servizio Civile

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L’importante associazione esprime in una lunga nota tutto il proprio disappunto per una scelta non condivisa

La Federazione Regionale delle Misericordie Siciliane, insieme ai Coordinamenti, Comitati di Zona e alle affiliate, lancia un vibrante appello che risuona come un grido di giustizia sociale dal cuore del Mediterraneo. La questione al centro del dibattito è la recente esclusione delle Misericordie del Sud Italia, inclusa la Sicilia, dal bando di selezione per il Servizio Civile Universale, a causa di una drastica riduzione dei fondi stanziati.

Questo atto non solo rappresenta un duro colpo per le organizzazioni di volontariato che da secoli operano nel tessuto sociale italiano, ma segna anche un passo indietro per l’intero paese in termini di coesione sociale e di sostegno ai più fragili. Le Misericordie, con oltre 700 confraternite e più di 650.000 volontari, hanno sempre rappresentato un faro di umanità, offrendo servizi essenziali in ambito socio-sanitario, culturale e di protezione civile, seguendo l’esempio del Buon Samaritano.

La decisione del Governo e del Ministero competente di ridurre le risorse e di ignorare le richieste di dialogo e di revisione ha lasciato un’amara delusione tra le fila delle Misericordie e ha sollevato serie preoccupazioni sul futuro del Servizio Civile in Italia. Questo programma, che ha sempre incarnato gli ideali più nobili della nostra nazione, si trova ora a dover affrontare una crisi senza precedenti, con conseguenze dirette sui cittadini più deboli e sulle comunità più vulnerabili.

La situazione è aggravata dal paradosso dei posti vacanti nel Nord Italia, a fronte di una crescente domanda nel Sud, dove il Servizio Civile rappresenta non solo un’opportunità di crescita personale e professionale per i giovani, ma anche un sostegno economico indispensabile. La mancanza di flessibilità e di una visione inclusiva rischia di amplificare le disuguaglianze regionali e di lasciare indietro le zone del paese più bisognose di aiuto e di attenzione.

Di fronte a questa ingiustizia, la Federazione Regionale delle Misericordie Siciliane non rimane in silenzio. Con un appello forte e deciso, chiede al Ministro competente di rivedere le scelte fatte e di riaprire i termini di partecipazione al bando, assegnando i posti vacanti alle associazioni del Sud escluse. È un invito a ricordare che lo Stato si qualifica per l’azione che profonde nella cura dei propri cittadini più bisognosi e per il sostegno alla solidarietà e alla carità.

Questo non è solo un appello per le Misericordie, ma un richiamo all’intera società civile, affinché si riconosca il valore insostituibile del volontariato e del Servizio Civile come pilastri di una comunità coesa e solidale. La storia delle Misericordie, nate nel 1244 a Firenze e radicate in un impegno secolare verso il prossimo, ci insegna che la vera forza di una nazione risiede nella capacità di prendersi cura dei più fragili e di promuovere una cittadinanza attiva e responsabile.

Oggi, più che mai, è tempo di ascoltare questo appello e di agire con coraggio e determinazione per garantire che il Servizio Civile continui a essere un esempio luminoso di impegno civico e di solidarietà, in Sicilia come in tutto il Sud Italia. Perché nessuno sia lasciato indietro, e perché il futuro del nostro paese possa essere costruito su fondamenta di giustizia, equità e fraternità.

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