Spataro e Monaco contro commissario FI Gennuso a Pachino: “Gestione accentrata non democratica, dimenticati nomi e problemi territorio. Uscita giustificata, perdita per partito ed elettori”.
La reazione era solo questione di ore, ed è arrivata. I consiglieri Peter Spataro e Maria Concetta Monaco, che la scorsa settimana sono usciti da Forza Italia sbattendo la porta (ma rimanendo ben saldi alla maggioranza), non hanno perso tempo a rispondere allo “smemorato” commissario cittadino di Forza Italia, Pippo Gennuso. L’ex deputato stamattina ha annunciato a “SiracusaPress” il mini rimpasto nell’esecutivo guidato dal sindaco, Giuseppe Gambuzza, dichiarando di aver “scordato” persino i nomi dei due consiglieri fuoriusciti
«La dichiarazione del commissario, secondo cui non ricorderebbe i nostri nomi, purtroppo non ci sorprende. – hanno dichiarato Spataro e Monaco – Quella ‘dimenticanza’ è il sintomo perfetto di una gestione del partito iper-accentrata e per nulla democratica. Ogni nostra iniziativa, ogni richiesta per il territorio di Pachino, doveva passare dalla segreteria politica. In questo modo, si è dimenticato non solo chi siamo, ma soprattutto il ruolo e la responsabilità politica che abbiamo di fronte ai cittadini che ci hanno votato».
Insomma, lo strappo in Forza Italia, quanto meno tra i due consiglieri e il partito, sembra insanabile. Al punto che Gennuso ha fatto riferimento – e nemmeno tanto velatamente – a posizioni che potrebbero essere riviste, e tutti gli occhi sono puntati alla vicepresidenza del consiglio, che detiene Peter Spataro, essendo l’unico incarico che può essere ricondotto ai due. Ma non essendo fiduciario, bensì elettivo, dovrebbe essere proposta una mozione di sfiducia.
«Noi Rappresentiamo una comunità – hanno continuato Spataro e Monaco – non siamo semplici nomi da ricordare o cancellare a convenienza. Se Forza Italia non riconosce più il valore del lavoro concreto e preferisce i giochi di potere al dialogo con i suoi amministratori locali, allora la nostra scelta di andarcene è più che giustificata. La nostra memoria, fortunatamente, è più lunga. Ricordiamo perfettamente gli ideali di servizio e radicamento per cui siamo entrati in questo partito, ideali che oggi sembrano smarriti. Andiamo avanti con nuovi progetti. Se non ricorda i nostri nomi, temiamo non ricordi neanche i problemi dei pachinesi che abbiamo rappresentato. La nostra uscita è una perdita per il partito, ma lo si avvertirà concretamente quando toccherà la fiducia degli elettori».









