[vc_row][vc_column][vc_text_separator title=”Siracusana jè”][vc_column_text]
Il Comitato di Siracusa della Dante Alighieri, presieduto dalla prof.ssa Mariateresa Mangano, in occasione del 700^ anniversario della morte di Dante, ha organizzato, per le scuole della provincia di Siracusa, un concorso grafico/fotografico dal titolo “ Dante e Santa Lucia: un incontro illuminante ” che ha visto la partecipazione di tantissimi studenti delle scuole di ogni ordine e grado con elaborati grafici e fotografici di grande suggestione ed impatto creativo.
[/vc_column_text][vc_column_text]Un momento importante perché attraverso una figura fondamentale della letteratura italiana come quella di Dante, è stato possibile far conoscere ai ragazzi del nostro territorio l’importanza ed il ruolo della figura di Santa Lucia che costituisce uno degli elementi identitari della nostra storia.
Dante, nel Convivio (Trattato terzo, cap. IX) racconta di un grave problema agli occhi e che “ a studio di leggere, in tanto debilitai li spiriti visivi che le stelle mi pareano tutte d’alcun albero ombrate ”.
Jacopo, il figlio di Dante, racconta come il grande Poeta era particolarmente devoto a Santa Lucia poiché aveva ottenuto, dopo averne invocato l’intercessione, la guarigione da una malattia agli occhi.
Dante scrive il Convivio nei primi anni dell’esilio e precisamente tra il 1304 e il 1307.
Il corpo di Santa Lucia era stato prelevato dai veneziani a Costantinopoli, durante l’assedio del doge Enrico Dandolo del 1204 e giunse a Venezia il 18 gennaio 1205 dove venne collocato nella chiesa di S. Giorgio Maggiore e, successivamente, venne portato nel 1280 nella chiesa di Santa Maria Annunziata a Cannareggio prima della costruzione della chiesa dedicata a Santa Lucia che venne consacrata nel 1313.
Dante è stato certamente a Venezia nel 1321 come ambasciatore di Giudo Novello da Polente, signore di Ravenna ma secondo alcune cronache sembra che sia stato a Venezia subito dopo l’esilio e precisamente o negli anni 1304/1305 o nel 1306, quando ha visitato l’Arsenale descritto nella Divina Commedia, e nel 1314.
Dante, probabilmente, ebbe a visitare Venezia nel periodo in cui scriveva il Convivio e probabilmente, ebbe a visitare anche il corpo di Santa Lucia.
La mia è solo una mera suggestione e non vi sono elementi storici-documentali che possano confermare la visita di Dante al corpo di Santa Lucia.
E’ certo, comunque, che la forte presenza di Santa Lucia nella vita di Dante trova conferma nella sua opere più illustre, la Divina Commedia.
La presenza di Santa Lucia nella Divina Commedia è discreta ma determinante e compare, in tutte e tre le cantiche, nei momenti decisivi. E’ una creatura celeste ma anche fortemente umana.
Nell’Inferno, al canto II, la Madonna dice a Lucia “ Or ha bisogno il tuo fedele di te, e io a te lo raccomando ”.
Dante dichiara pubblicamente la sua fedeltà a Lucia che, su esortazione della Madonna, entra all’inferno: “ Lucia, nimica di ciascun crudele, si mosse e venne al loco dov’i era, che mi sedea con l’antica Rachele”
Lucia si rivolge a Beatrice “ Disse. – Beatrice, loda di Dio vera, ché, non soccorri quei che t’amò tanto, ch’uscì per te da la volgare schiera? Non odi tu la pietà del suo pianto? Non vedi tu la morte che ‘l combatte su la fiumana ove ‘l mar non ha vanto? Al mondo non fur mai persone ratte a far lor pro o a fuggir lor danno, com’io, dopo cotai parole fatte, venni
qua giù del mio beato scanno, fidandomi del tuo parlare onesto, ch’onora te e quel ch’udito l’hanno ”.
Dante, che non vede Lucia, grazie al suo intervento allontana la paura dal cuore ed inizia il suo cammino nell’inferno.
Santa Lucia appare una seconda volta nel Purgatorio nel canto IX.
Dante, che stava riposando su un letto di fiori, sogna un’aquila che, discesa dal cielo, lo solleva e lo porta in alto fino ad un fuoco che arde.
E’ Virgilio che racconta a Dante cosa è successo: “ venne una donna, e disse “ I’ son Lucia; lasciatemi pigliar costui che dorme ; sì l’agevolerò per la sua via”. Sordel rimase e l’altre genti forme; ella ti tolse, e come ‘l dì fu chiaro, sen venne suso; e io per le sue orme. Qui ti posò, ma pria mi dimostraro li occhi suoi belli quella intrata aperta; poi ella e ‘l sonno ad una se n’andaro ”.
Santa Lucia, ancora una volta in maniera discreta e senza mostrarsi a Dante, interviene in favore del suo fedele facendo proseguire nel suo cammino assumendo le sembianze di un aquila.
L’episodio del Purgatorio e l’accostamento all’aquila di Santa Lucia ha molto colpito la creatività dei ragazzi siracusani.
L’aquila è stata individuata da alcuni critici simbolo della giustizia intesa come rappresentazione della grazia divina e Santa Lucia, da un punto di vista simbolico, può essere indicata come percorso da seguire non solo nella vicenda personale di Dante ma anche per l’umanità intera.
Dante incontra infine Santa Lucia nel Paradiso.
Nel XXXII canto, prima della meravigliosa e straordinaria preghiera alla Vergine di San Bernardo e la visione di Dio che chiude la Divina Commedia, Dante vede finalmente Lucia che viene presentata proprio da San Bernardo: “ e contro al maggior padre di famiglia siede Lucia, che mosse la tua donna quando chinavi, a rovinar, le ciglia ”.
Una presenza discreta ma al contempo elevata che pone Santa Lucia tra Adamo, Mosè, Sant’Anna, San Pietro e San Giovanni Evangelista.
Lucia che, con la sua presenza, ha elevato lo sguardo di Dante non più chinato a rovinar le ciglia ma rivolto verso il cielo guarito da ogni male e non solo fisico.
Santa Lucia, secondo il pensiero di Giuseppe Giacalone, grande studioso di Dante, oltre ad essere la martire siracusana vissuta e martirizzata e venerata dal poeta, simboleggia, per Dante la speranza.
Lucia come percorso da seguire, segno di speranza, simbolo della grazia illuminate.
E’ questo il tema collegato alla figura di Santa Lucia che il concorso organizzato dal Comitato di Siracusa della Dante Alighieri ha voluto organizzare per il 700^ anniversario della morte di Dante.
Un ulteriore momento per ricordare, soprattutto ai più giovani, la forza, la bellezza e la grandezza della Nostra Patrona testimone autentica di coerenza e di luce nel cammino della vita.
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