Oltre che accusarci di produrre fake news, l’Asp di Siracusa avrebbe la pretesa di spiegare ai giornalisti come fare i titoli. Se li lasciamo fare, i dirigenti dell’Azienda sanitaria provinciale sarebbero pronti a sostituirsi ai nostri redattori e a scrivere da se gli articoli che li riguardano. E sarebbe una pacchia, vero?
“Leggiamo titoli e annunci volutamente provocatori ed errati”. Comincia così l’ultimo intervento pubblicato sulla pagina Facebook dell’Asp di Siracusa (qui il post) con il quale la dirigenza ha inteso precisare che l’azione legale intrapresa nei giorni scorsi contro il Presidente dell’Ordine professionale degli infermieri riguarda la responsabilità penale personale di chi ha diffuso quel documento che prefigurava “inadeguatezze e gravi omissioni” nella gestione della pandemia.
Noi (per far comprendere a chi legge) abbiamo titolato L’Asp difende la propria onorabilità, azione legale contro gli infermieri perché in un titolo di sessanta battute devi condensare tutto e non puoi pensare di andare sullo specifico. Ma lungi da noi qualsiasi tentativo di giustificarlo, anzi, quel titolo lo confermiamo in toto. I motivi? li capirete leggendo le prossime poche righe.
“Non si vuole agire contro una categoria che anzi si apprezza e si ringrazia per il lavoro svolto – si legge nel post della dirigenza Asp – ma solo contro chi utilizza una carica per profferire giudizi apodittici offensivi e lesivi dell’immagine di chi (dirigenti e non, sanitari, tecnici e amministrativi) ogni giorno è impegnato a dare risposte agli utenti tanto più in un periodo complesso e difficile come quello che si sta vivendo”.
È vero, sul piano formale la responsabilità dell’azione penale è personale, ma il Direttore Generale dell’Asp di Siracusa sembra sottovalutare il fatto che la nota in questione, in cui l’Azienda sanitaria provinciale è fatta oggetto di dure critiche sulla gestione dell’emergenza Covid, non è firmata solo da Sebastiano Zappulla, nella sua qualità di presidente dell’Opi (che questo già basterebbe), ma in calce al comunicato diffuso alla stampa ci sono i nomi dei componenti di tutto il consiglio direttivo dell’Ordine professionale degli infermieri della provincia di Siracusa, ben 18 persone, più sette componenti della commissione dell’albo professionale.
A palese dimostrazione dunque che il comunicato dell’Opi non è solo espressione una posizione personale di “chi utilizza una carica per profferire giudizi apodittici offensivi e lesivi dell’immagine di chi” bla bla bla, ma la posizione di un’intera categoria professionale che, tra l’altro, quell’impegno che noi tutti riconosciamo ai dirigenti, lo garantisce tutti i giorni sul campo.
Al contrario, quella nota assomiglia più ad un urlo disperato, all’estremo S.O.S. lanciato da un’intera categoria, quella degli infermieri, nobilitata da chi, ogni giorno, consuma la suola delle scarpe facendo su e giù per le corsie e mette a dura prova il proprio sistema nervoso confrontandosi anche con patologie rischiose e pazienti non sempre rilassati.
E mentre gli infermieri fanno il proprio lavoro, c’è chi ai piani alti si improvvisa esperto di giornalismo, palesando però insofferenza per chi fa questo mestiere con serietà e senza fermarsi alle veline. E, invece, basterebbe fare il proprio dovere di fonte seria, attenta alle esigenze di chi informa l’opinione pubblica, nel rispetto dei fatti e dei reciproci ruoli. Senza rimanere arroccato dentro il proprio castello. Che il più delle volte è fatto di sabbia.