Lo scorso anno il sindaco di Agrigento Francesco Miccichè adottò un’ordinanza che vietava riferimenti alla criminalità organizzata nei gadget, mentre l’assessore Aricò chiese di toglierli dai negozi di stazioni e aeroporti siciliani
Uno dei piaceri nel visitare le città d’arte storiche e i loro centri storici, come Ortigia a Siracusa ad esempio, è proprio quello di perdersi tra i vicoletti, individuare scorci e angoli meno conosciuti ma comunque bellissimi, godersi insomma le bellezze autentiche del posto per poi magari fermarsi in uno dei tanti negozietti di souvenir, acquistando un ricordo da tenere per sé o donare ad amici e parenti.
Tutto bello, anzi bellissimo, se non fosse che ancora oggi, tra i numerosi gadget disponibili in tanti negozietti di Ortigia e non solo, figurano oggetti pieni di riferimenti alla mafia, con citazioni e immagini prese direttamente da “Il Padrino” di Francis Ford Coppola, certamente un gran film ma di sicuro non associabile, dopo le tanti stragi di mafia in cui innocenti e uomini dello stato hanno perso la vita, al ricordo della Sicilia.
Nel 2024, alla vigilia della nomina a Capitale Italiana della Cultura, fu il sindaco di Agrigento Francesco Miccichè a vietare con un’ordinanza la vendita di simili gadget, idea che fu ripresa anche dall’assessore regionale alla Mobilità Aricò che chiese ai proprietari dei negozi presenti in stazioni e aeroporti dell’Isola di togliere ogni rierimento alla criminalità organizzata dai souvenir offerti ai turisti.
Lo scorso 24 aprile anche il comune di Monreale ha adottato una simile ordinanza, firmata dal Sindaco Alberto Arcidiacono su proposta del comandante della Polizia Municipale Luigi Marulli.
La battaglia di Mario Incudine: “La mafia e tutti i suoi simboli non sono la Sicilia”
L’inizio dell’azione contro questi souvenir può però essere ricondotto al 2023, quando l’artista Mario Incudine, su un traghetto che portava in Sicilia, inveì sui social contro la presenza proprio di questi oggetti in vendita.
“Da anni in ogni mio spettacolo, da ogni teatro o piazza, ripeto continuamente la stessa cosa. Ecco ancora i souvenir di Sicilia. Sono disgustato. Chiedo a tutti di indignarsi, a partire dalle istituzioni.” “Da Siciliani dovremmo vergognarci quando vediamo certe cose, quando veniamo rappresentati in modi chenon ci piacciono. La mafia e tutti i suoi simboli non sono la Siclia e dovremmo urlarlo tutti“.
L’appello al sindaco Italia: vietiamoli anche a Siracusa
Arriva forte allora la richiesta al Sindaco di Siracusa, Francesco Italia, proprio dalle pagine di questo giornale: adottiamo anche qui un’ordinanza simile, un piccolo gesto ma dal forte valore simbolico, un chiaro dissociarsi anche nelle piccole cose da qualunque riferimento alla criminalità organizzata, specie in questo particolare periodo, con l’attenzione della Magistratura puntata proprio sul settore del turismo nel centro storico.
Siamo sicuri che anche i gestori dei negozi capiranno l’obiettivo di questa iniziativa e l’accetteranno senza protestare.











