Aggiornato al 03/06/2023 - 12:52

Verso il ballottaggio a Siracusa, Messina prova ad allargare il perimetro, ipotesi “solo contro tutti” per Italia: la più suggestiva

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Messina prova ad allargare il perimetro, ipotesi “solo contro tutti” per Italia: la più suggestiva

La politica è l’arte del compromesso, la sintesi dialettica per nascondere la verità: pronti a tutto pur di vincere.

Il ballottaggio è il momento topico in cui tutto e il contrario di tutto può accadere. Il candidato del centro destra, Ferdinando Messina, non centra l’obiettivo del primo turno e la storia, aldilà di casi sporadici, non registra per la sua coalizione elementi di conforto. Ma questo è un nuovo game.

Il centro destra è al lavoro per prove di dialogo e ingaggio anche con le personalità più ideologicamente lontane. Ferdinando Messina calca la scena politica da diversi anni. Già assessore nella giunta Visentin, è certamente un politico di esperienza e ha sempre fatto tesoro della sua natura democristiana, la stessa che oggi gli consente di essere trasversale  e di dialogare anche con gli interlocutori più lontani dalla sua posizione politica. Ha puntato molto sulla sua candidatura semplice ma colma di competenza e sulla forza della sua coalizione.

Non vi è dubbio che l’ipotesi (solo contro tutti), per il candidato Francesco Italia, forte di un gradimento radicato sul territorio confermato al primo turno con  12.987 voti, ma soprattutto buon comunicatore, sarebbe la più affascinante, certamente più rischiosa, ma quella vincente e libera da qualsiasi vincolo politico.

Il vero vincitore di questo primo turno, inutile negarlo, è proprio lui. Ha subito un fuoco concentrico da parte di tutti i candidati ed è stato la causa di tante candidature, alcune anche improbabili, ma è stato capace di reggere il colpo. Nessuno se lo aspettava fino a due mesi fa. I capannelli agli angoli dei bar lo davano per spacciato e fuori da ballottaggio. Così però non è stato, il risultato ne è una evidenza. Italia si è formato politicamente nel corso delle due ultime legislature, da vice prima e da sindaco dopo. Accusato di aver negato il dialogo con i partiti e con la città, forse corrisponde al vero maggiormente la prima delle due accuse, altrimenti il risultato non sarebbe stato così eclatante per un candidato che ha basato la sua forza solo su sé stesso e sulle sue capacità comunicative, senza l’aiuto di partiti politici o personalità di particolare spessore o addirittura leader regionali o nazionali. La gente è la sua forza e lo ha dimostrato.

Ballottaggio, ecco gli interlocutori principali

Giancarlo Garozzo, ispira la sua candidatura anti sistema contro il blocco di “potere” politico sceso in campo a sostegno di Ferdinando Messina e mina il campo attorno al Sindaco uscente Francesco Italia, dal quale ha preso le distanze nel corso di questa consiliatura, dichiarandosi fortemente critico sull’operato dell’attuale amministrazione. Garozzo, ideologicamente e storicamente lontano dalle posizioni del centrodestra, netto sul giudizio a Francesco Italia.

Nel campo delle considerazioni e delle ipotesi potremmo anche immaginare che Giancarlo Garozzo, componente di peso di Italia Viva e collega di partito “teorico” nel Terzo Polo di Calenda e Matteo Renzi, di Francesco Italia, potrebbe anche maturare l’idea di non consumare uno strappo definitivo e accarezzare la possibilità di un’alleanza, definendo correttivi e azioni politiche chiare.

Del resto va anche detto che Garozzo, politico di stoffa e lungimirante, nel corso di questi 45 giorni di campagna elettorale ha “sfiorato” Italia, concentrandosi sul suo avversario vero, Ferdinando Messina. Non da ultimo per la posizione critica sull’accorpamento delle camere di commercio.

 

Edy Bandiera ispira la sua candidatura contro la scelta “ufficiale” del centrodestra, ricaduta su Ferdinando Messina, collega di partito, avviando una solitaria che lo ha visto raggiungere un discreto successo che tuttavia lo tiene fuori dal ballottaggio. La sua campagna elettorale è identificabile nella volontà di non fare vincere a primo turno il candidato del centrodestra, da cui si sente tradito, puntando alla differenza di spessore politico e alle diverse peculiarità.

Ha battibeccato con il Presidente della regione siciliana, Renato Schifani, che ha declassato la candidatura di Bandiera di disturbo e di vanità personale, ma ha anche puntato come un mantra al voto disgiunto, ottenendo un modico 3%

Nel campo delle considerazioni e delle ipotesi potremmo anche immaginare che Edy Bandiera, avendo preso le distanze dal centrodestra, possa dialogare con entrambi i candidati, anche se ormai appare distante l’ipotesi di un eventuale accordo con  Ferdinando Messina, nell’attesa di una rappacificazione più ampia e un ritorno nella sua casa di origine che è Forza Italia. Uno strappo definitivo con il passato sarebbe piuttosto la conseguenza di un’alleanza con Francesco Italia, sempre più probabile, che lo accoglierebbe a braccia aperte anche se il pericolo della soglia di sbarramento potrebbe colpire proprio la lista di Bandiera, minacciata da quella di Vincenzo Vinciullo per soli 60 voti e con il rischio di non avere rappresentanza in consiglio comunale. Un’alleanza è comunque necessaria per spingere in avanti di qualche punto percentuale al probabilità di vincere il ballottaggio.

 

Renata Giunta, la candidata “tecnica” dell’area progressista che si è fatta conoscere ai più nel corso della campagna elettorale, ha puntato le sue dichiarazioni principalmente contro l’avversario più diretto, Francesco Italia, ed è riuscita in poco tempo a oleare la sua alleanza su un comune denominatore, “fuori Italia dal Vermexio”. Nonostante la sua candidatura sia stata sostenuta, quanto meno formalmente, dalla più alta nomenclatura dei partiti che la sostenevano è comunque arrivata terza, e fuori dal ballottaggio. Colpa dell’anemia elettorale sia della sinistra sia del Movimento 5 Stelle che, dopo gli exploit delle scorse legislature, stavolta non raggiunge neppure il 5%.

Nel campo delle considerazioni e delle ipotesi potremmo anche immaginare che Renata Giunta, al netto delle dichiarazioni istintive a caldo ” saremo opposizione rigida…”, possa essere spinta dal Partito Democratico soprattutto a considerazioni più miti e a ipotesi di di alleanza persino organica con Francesco Italia, con l’obiettivo, già avanzato da alcuni suoi esponenti come l’On. Tiziano Spada, di evitare di consegnare la città al centrodestra.

 

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