Aggiornato al 06/02/2021 - 18:03
carta di credito dante

Dante su una carta di credito, Granata (Articolo 9): “Un paradosso”

carta di credito dante

condividi news

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Il profilo inconfondibile del sommo Poeta su una carta di credito. Non sapremo mai come avrebbe reagito Dante all’iniziativa di una banca di Ravenna che in tal modo ha voluto rendere omaggio al 700esimo anniversario della sua morte. In compenso però sappiamo come hanno reagito Fabio Granata e Fulvia Toscano, rispettivamente presidente e portavoce del movimento Articolo 9. Maluccio, pare.

“Più che un omaggio ci sembra un’offesa alla memoria del sommo Poeta, la cui opera, come qualcuno ha autorevolmente scritto, rappresenta «una pallottola nel polmone di un usuraio» – scrivono in una nota diffusa oggi -. Per Dante, l’usurario era chiunque prestasse denaro ad interesse. Tale azione era considerata un peccato gravissimo poiché chi presta denaro ad interesse pecca di malizia”.[/vc_column_text][vc_gallery type=”flexslider_slide” interval=”3″ images=”3989,9092″ img_size=”full” css_animation=”bounceInLeft”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Pur consapevoli delle buone intenzioni della Cassa di risparmio di Ravenna i due dirigenti di Articolo 9 sottolineano “il paradosso della scelta”.

E ricordano ancora le parole di Dante: chiunque presti denaro con un interesse “offende la natura creata da Dio, volendo rendere fertile ciò che per natura non lo è – il denaro – chiedendone un interesse sul prestito, e cercando di sottrarsi all’ordine delle cose voluto da Dio”

“Dante, come successivamente Ezra Pound ci ha magistralmente raccontato, rappresenta il primo nemico del nascente sistema bancario – concludono Granata e Toscano -. Paradossale ritrovarlo su una carta di credito”.

Paradossale, aggiungiamo noi, è pure il fatto che – almeno fino al momento in cui scriviamo – i dubbi sulla “moralità” della scelta di mettere la faccia di Dante in una carta di credito non sono partiti né da Firenze, città natale di Dante, né da Ravenna, luogo in cui il sommo Poeta è morto e dove, forse, è stato ucciso un’altra volta. La polemica invece l’hanno innescata il Presidente ed il Portavoce di Articolo 9, movimento politico il cui motto è Siciliani per cultura.

Ma Dante, si sa, è universale. Un patrimonio di tutti che non si presta a campanilismi. Forse si, ma senza intessi.

 

Damiano Chiaramonte[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

Primo Piano

ULTIMA ORA

CULTURA

EVENTI

invia segnalazioni