Giorgia vola, ma non basta per vincere in Sicilia
Le elezioni europee hanno ridefinito il panorama politico siciliano, influenzando significativamente gli equilibri interni al centrodestra e aprendo nuovi scenari per il futuro governo regionale. La vittoria di Forza Italia, guidata da Renato Schifani, contro Fratelli d’Italia segna un punto di svolta importante per il centrodestra siciliano e pone le basi per le elezioni regionali del 2027.
Forza Italia ha trionfato nella sfida interna al centrodestra, conquistando il 23,7% dei voti in Sicilia, un risultato nettamente superiore a quello nazionale e quasi dieci punti in più rispetto alle elezioni regionali del 2022. Questo successo, che smentisce tutti i sondaggi della vigilia, evidenzia l’influenza della galassia centrista ex democristiana, rappresentata da figure come Raffaele Lombardo, Totò Cuffaro e Saverio Romano, attorno ai berlusconiani di Schifani.
Il successo di Forza Italia Noi Moderati alle europee in Sicilia è confermato dal trionfo di Edy Tamajo: tra i candidati siciliani è il più votato, superando la soglia delle 121mila preferenze. A seguire Marco Falcone con 99.679 preferenze e Caterina Chinnici. In coda, Massimo Dell’Utri candidato con Noi Moderati.
Fratelli d’Italia, pur crescendo di cinque punti rispetto alle regionali del 2022 e attestandosi al 20,1%, non è riuscito a superare Forza Italia e a conquistare la leadership della coalizione. Questo risultato delude le aspettative della vigilia, quando il partito mirava a ottenere una posizione dominante che gli avrebbe permesso di rivendicare la candidatura a Palazzo d’Orleans fra tre anni. La vittoria di Forza Italia riafferma quindi la leadership di Schifani, che dovrà però condividere il successo con gli alleati centristi.
In Fratelli d’Italia troviamo il palermitano Giuseppe Milazzo, con circa 65mila voti: il secondo più votato nel suo partito dietro alla leader Giorgia Meloni con oltre 242mila preferenze. Buon risultato anche per l’ex assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, con 61.452 voti.
La vittoria di Forza Italia avrà un impatto significativo sul prossimo rimpasto in giunta.
Con un 23,7% dei voti, il partito di Schifani avrà una posizione di forza nelle negoziazioni, anche se dovrà tenere conto del sostegno centrista. La Lega, che ha superato le previsioni dei sondaggi ottenendo il 7,4%, avrà anch’essa un ruolo rilevante nel rimpasto, cercando di assicurarsi posti chiave nella giunta per contrastare le richieste dei centristi.
La Lega di Matteo Salvini tiene eccome in Sicilia, risultato utile nella contrattazione post voto. Un buon risultato lo ottiene Raffaele Stancanelli: con oltre 44mila voti l’europarlamentare uscente raggiunge il primato nella lista. Secondo Roberto Vannacci, mentre al terzo posto l’attuale assessore regionale all’Istruzione Mimmo Turano. Soltanto quarta l’uscente Annalisa Tardino.
Il centrosinistra, rappresentato da PD, grillini, Alleanza Verdi Sinistra e Libertà, ha ottenuto complessivamente il 42% dei voti. Tuttavia, la capacità di aggregare tutte queste forze in una coalizione coesa rimane incerta. Alle recenti amministrative, il tentativo di creare un campo largo del centrosinistra è fallito, portando alla probabile sconfitta di Caltanissetta.
Il Partito Democratico ha raggiunto il 14,4% in Sicilia, crescendo di due punti rispetto alle regionali del 2022 ma restando dieci punti sotto il dato nazionale. Questo risultato solleva interrogativi sulla leadership del partito. I grillini, con il 16,1%, si confermano la prima forza della coalizione in Sicilia, ma non possono ritenersi soddisfatti considerando le aspettative create dalla massiccia presenza di Giuseppe Conte durante la campagna elettorale.
Giuseppe Antoci per il Movimento 5 stelle, uomo scelto da Giuseppe Conte, sono state espresse oltre 64mila preferenze. Al secondo posto la sarda Cinzia Pilo, mentre al terzo l’ex sindaco di Bagheria, Patrizio Cinque.
Oltre 84mila preferenze per la segretaria Elly Schlein, dietro alla quale troviamo l’ex deputato all’Ars Lupo, con 49.518 voti. Terza posizione per Pietro Bartolo. Non ce l’ha fatta Antonio Nicita
Significativo è il crollo di Cateno De Luca, la cui lista Libertà ha ottenuto il 7,5%, un dato rispettabile ma ben al di sotto del doppio dei voti incassati nelle regionali del 2022. Anche i risultati dei renziani (2%) e di Calenda (1,4%) sono deludenti, riducendo drasticamente il loro appeal per le principali coalizioni in vista dei prossimi appuntamenti elettorali.