La Sicilia si conferma l’epicentro dell’emergenza incendi in Italia, registrando nel 2025 un bilancio devastante che solleva serie preoccupazioni sulla gestione del territorio
Secondo i dati allarmanti forniti da Legambiente, l’Isola ha visto andare in fumo circa 49.000 ettari di terra a causa di 606 roghi, una cifra che rappresenta oltre la metà degli ettari bruciati a livello nazionale (94.070). Il risultato è una ferita aperta: interi paesaggi rurali annientati e un’inestimabile perdita di biodiversità.
L’anomalia amministrativa: catasto incendi fantasma
Il cuore del problema, tuttavia, sembra risiedere in un’inquietante inerzia amministrativa. La Sicilia si è guadagnata la “maglia nera” non solo per l’estensione delle fiamme, ma anche per la clamorosa inadempienza dei suoi comuni nell’aggiornare il Catasto Incendi.
Questo strumento, previsto dalla legge 353/2000, è fondamentale: serve a vincolare i terreni per 15 anni, impedendo speculazioni edilizie e cambi di destinazione d’uso sulle aree colpite dal fuoco. Eppure, nel silenzio degli uffici, il Catasto è spesso rimasto incompleto, illeggibile e inaccessibile ai cittadini, favorendo un potenziale circolo vizioso tra roghi e speculazione.
La gravità della situazione è tale che, negli ultimi due anni, oltre un terzo dei comuni siciliani è finito sotto commissariamento. Solo nel 2023, la Regione Siciliana ha dovuto nominare 147 commissari ad acta per sbloccare la situazione.
“FireFree”: quando la cittadinanza prende fuoco
A gettare luce su questa anomalia e a proporre una soluzione concreta è il progetto di monitoraggio civico “Osservatorio incendi”, promosso dall’associazione Fenice verde e finanziato dalla fondazione Sicily environment fund.
Domani, a Palazzo Bonocore, verranno presentati i risultati del loro lavoro e lanciata ufficialmente la piattaforma “FireFree” (firefree.it). Questo strumento digitale e partecipativo mira a rivoluzionare la gestione del Catasto: integra i dati ufficiali con rilevazioni satellitari e segnalazioni civiche, rendendo per la prima volta i catasti consultabili, verificabili e contestabili dai cittadini.
Il progetto pilota, testato nei comuni di Carlentini e San Mauro Castelverde, ha già dato frutti straordinari. In soli cinque mesi, la popolazione ha inviato ben 122 segnalazioni di incendi o potenziali inneschi, informazioni preziose che altrimenti sarebbero rimaste sepolte in complessi atti burocratici.
«Il progetto ha dimostrato che è possibile trasformare un adempimento tecnico in una infrastruttura civica», spiegano gli ideatori di “Osservatorio incendi”. La piattaforma, interattiva, permetterà ai comuni di pubblicare cartografie provvisorie online e ai cittadini di inviare osservazioni georeferenziate, inaugurando una nuova era di controllo partecipato sull’uso del suoli martoriati dal fuoco.









