Nascono in Sicilia i Poli universitari penitenziari

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Prende forma l’accordo tra la Regione Siciliana e i Poli universitari per favorire l’istruzione dei detenuti.

I Poli universitari penitenziari consentiranno ai detenuti e agli internati negli istituti di pena e ai soggetti in esecuzione penale esterna il conseguimento di titoli di studio di livello universitario.

È quanto prevede  l’accordo-quadro di collaborazione tra il Garante dei diritti dei detenuti della Regione Siciliana, il Provveditorato regionale dell’Amministrazione penitenziaria in Sicilia, le Università di Palermo, Catania, Messina ed Enna “Kore”, con l’intervento della Regione tramite l’assessorato dell’Istruzione e della Formazione professionale.

Le attività svolte dai Poli in Sicilia offriranno ai destinatari dell’intervento percorsi formativi universitari utili alla riabilitazione psicosociale, con ricadute positive nel percorso di recupero, sia durante che dopo la detenzione. Alle attività formative dei Poli, il Provveditorato regionale dell’Amministrazione penitenziaria e le Università dedicheranno strutture, risorse e professionalità, coinvolgendo enti e istituzioni presenti sul territorio, comprese le associazioni di volontariato e terzo settore che operano negli istituti penitenziari.

 La Regione Siciliana è la seconda istituzione locale dopo quella toscana che si inserisce a pieno, fornendo un supporto economico, nel dialogo fra Atenei e Provveditorato dell’Amministrazione penitenziaria.

 

“È un evento al quale attribuisco un alto valore morale – afferma il presidente Musumeci – La Sicilia si intesta una battaglia, che diventa punto di riferimento per altre regioni e per il futuro. In questi tre anni, come governo regionale, abbiamo dedicato particolare attenzione a tutta la popolazione penitenziaria”.

 

“Questo accordo è segno di un’importante collaborazione tra mondo universitario, istituzioni penitenziarie e Regione Siciliana – sottolinea l’assessore Lagalla – a dimostrazione del fatto che questo governo sta guardando continuamente alle collaborazioni di largo respiro per la realizzazione di obiettivi rilevanti. Attraverso gli strumenti finanziari che erogherà, la Regione dà il supporto operativo a una iniziativa che va tutta nella direzione del recupero sociale dei detenuti e simbolicamente fornisce l’idea di una istruzione che emancipa rispetto al delitto”.

 

“Raggiungiamo un accordo-quadro che si declinerà in singole convenzioni con le Università siciliane per dare a tutti i detenuti l’opportunità di effettuare studi universitari – dice il provveditore Cinzia Calandrino – Come amministrazione penitenziaria dobbiamo agevolare l’istruzione, perché la cultura stimola una revisione critica del proprio passato, aiuta i detenuti anche a potere reinserirsi nella società e dà una libertà di pensiero che va assicurata a tutte le persone in esecuzione della pena”

“Il Garante regionale Fiandaca evidenzia che «l’ordinamento penitenziario prevede espressamente una sorta di obbligo di promozione e agevolazione dell’istruzione universitaria all’interno degli istituti penitenziari. Inoltre, riconosce l’istruzione come primo elemento del trattamento rieducativo volto al reinserimento sociale dei condannati. La promozione di un più elevato livello di cultura – aggiunge – costituisce presupposto importante per generare nel detenuto maggiore disponibilità al trattamento rieducativo. Questo vale specialmente nelle regioni meridionali, dove la popolazione carceraria statisticamente presenta un livello di istruzione e di scolarità più basso”.

 

I destinatari delle attività formative sono i detenuti, gli internati e i soggetti in esecuzione penale presenti sul territorio della Regione Siciliana che, in possesso dei requisiti previsti dalla legge, intendano immatricolarsi o siano iscritti a corsi universitari e la cui richiesta di iscrizione ai Poli sia stata accolta.

 

 

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