Aggiornato al 10/06/2024 - 10:46
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la battaglia sindacale

Ritorno del grande caldo, Fillea Cgil lancia l’allarme sui rischi da stress termico nei cantieri

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L’organizzazione sindacale ribadisce nel comunicato l’urgenza di ordinanze comunali per fermare i lavori nei cantieri oltre una certa temperatura

“Torna il caldo, tornano i pericoli per gli operai esposti a lavorazioni all’aperto, tra i quali – ovviamente – figurano i lavoratori del settore costruzioni.

“Ricomincia la nostra campagna di informazione e sensibilizzazione sui rischi connessi allo stress termico. La norma è chiarissima: raggiunti i 35 gradi ‘percepiti’, le lavorazioni – in assenza di misure in grado di mitigarne i rischi – devono essere sospese avviando la cassa integrazione per eventi meteo” afferma il segretario di Fillea Sicilia, Salvo Carnevale.

Ma da dove ripartiamo? Da evidenti conquiste. Da anni di campagna, spesso solitaria (insieme ai braccianti rappresentati dalla FLAI CGIL) ma incessante che ha anticipato ciò che ormai risulta essere sotto gli occhi di tutti: è, in corso, un cambiamento climatico che mette a rischio chi lavora all’aperto. Ci occupiamo in maniera forte del tema, almeno, dal 2018 quando abbiamo iniziato a moltiplicare le nostre segnalazioni e le nostre denunce agli organi preposti.

Abbiamo successivamente incrociato i dati Inps con quelli delle Casse edili prendendo a riferimento le giornate ove i bollettini della protezione civile indicavano temperature oltre la soglia dei 35 gradi, durante l’orario giornaliero di lavoro.

Da quegli incroci, nel 2021, è emerso che poco meno del 18% delle imprese di settore facevano richiesta di cassa integrazione per eventi atmosferici (cfr. d.lgs. 148/2015).

Le nostre segnalazioni, le nostre battaglie al fianco dei lavoratori e le nostre campagne locali e nazionali hanno fatto il resto. Storiche e incoraggianti sono state le prime ordinanze comunali restrittive di settore nel 2023 in 7 comuni siciliani che – di fatto – hanno accolto (addirittura esplicitato in alcune delle ordinanze) quanto da tempo perorato dalla Fillea Cgil in tema di sicurezza nei cantieri. Nei fatti, le ordinanze comunali prevedono che superati i 35 gradi (che una nota congiunta di Inps-Inail del luglio del 2022 ha precisato possano essere anche solo percepiti), in assenza di misure in grado di mitigare il rischio da colpo di calore (es. turni in orari diversi da quelli ordinari), le attività devono essere sospese e le imprese devono richiedere la cassa integrazione ordinaria. Le ordinanze rafforzano principi fondamentali (quale la valutazione oggettiva del meteo e delle stazioni di misurazioni ufficiali) e impongono restrizioni nel settore edile durante questa fase di particolare calore. È chiaro che queste decisioni comunali di fatto rafforzano controlli e fungano da potente deterrente facilitando le richieste di cassa integrazione riconoscendo il valore della contrattazione territoriale per le modifiche degli orari di lavoro. Abbiamo iniziato a raccogliere i primi frutti di anni di impegno della Fillea Cgil che a livello nazionale alimenta da anni una campagna di capillare informazione per tutelare la salute dei lavoratori edili e nel 2024 registriamo un altro straordinario passo in avanti che ha visto tra i protagonisti assoluti anche CGIL Sicilia. Si tratta di un protocollo d’intesa siglato con la Regione Sicilia. Si recepiscono tutte le indicazioni della norma, si invita a un rafforzamento territoriale della sorveglianza sanitaria, si facilita – di fatto – l’accesso alla cassa integrazione, si invitano tutti i comuni siciliani all’adozione di ordinanze restrittive analoghe a quelle emesse lo scorso anno su sollecitazione della FILLEA CGIL Sicilia. L’effetto domino auspicato da questi atti concreti sta notevolmente innalzando l’attenzione sul tema. Adesso dobbiamo ricominciare: sensibilizzare e informare, divulgare e ‘costringere’ a emettere nuove ordinanze.
La partita non è certo conclusa. C’è troppa spregiudicatezza imprenditoriale che abbiamo spesso acclarato nei nostri brevi documentari informativi e poca conoscenza delle norme.

Servono ancora dei passi in avanti: coinvolgere in maniera sistemica gli Rls/Rlst (così come previsto dal testo unico sulla sicurezza) nella stesura dei documenti di valutazione del rischio, moltiplicare le stazioni di misurazione della protezione civile (ve ne sono solo 90 in tutta la Sicilia), informatizzare i bollettini tramite creazione di app alert in grado di trasmettere, in tempo reale, le informazioni sulle temperature a tutti i soggetti preposti al controllo, alla vigilanza e all’informazione nei luoghi di lavoro per abbattere l’arbitrarietà dei soggetti preposti alle interruzioni delle attività, su decisioni così importanti per la salute dei lavoratori.
Non siamo lontani da altri successi su questa partita. Saremo caparbi, il fine è avvicinare il rischio zero per la salute dei nostri lavoratori in condizioni di stress termico nei cantieri del nostro settore”. Anche la segretaria generale di Fillea Siracusa, Eleonora Barbagallo, ha da dire la sua: “Lo scorso anno molte amministrazioni comunali si sono dimostrate poco sensibili a questo problema, tanto è che solo tre sindaci hanno emesso un’ordinanza a tutela dei lavoratori edili disponendo la sospensione dei cantieri nelle ore più calde o in casi di temperature particolarmente elevate: il primo è stato il sindaco di Palazzolo a cui hanno fatto immediato seguito i primi cittadini di Priolo e Floridia. Speriamo che quest’anno siano tutti i sindaci a impegnarsi in tal senso, seguendo l’esempio dell’amministrazione di Palazzolo che anche quest’anno ha già provveduto a emettere l’ordinanza; ma speriamo anche che aumenti il numero di colonnine di rilevamento delle temperature che Siracusa con tutta la sua provincia ne conta solo nove”.

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