Aggiornato al 11/11/2025 - 11:07
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Epurazione

Schifani: “Ho rimosso un ‘sistema partito’. Atto dovuto, io non mollo”

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Il Governatore rompe il silenzio sull’inchiesta di Palermo: “No all’azzeramento della giunta e al voto anticipato”. E traccia una netta differenza tra il caso DC e le posizioni di Amata e Sammartino

“La revoca degli assessori della Dc è un atto dovuto, irrinunciabile e inevitabile”. Il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, rompe il silenzio e, in un’intervista al quotidiano La Sicilia, motiva la drastica decisione di estromettere i due assessori cuffariani dalla sua giunta dopo l’inchiesta sugli appalti truccati.

Una scelta “esclusivamente politica”, spiega Schifani, fondata sull’“incompatibilità della presenza di un partito che ha il fondatore (Totò Cuffaro) e il capogruppo (Carmelo Pace) indagati per fatti che, al di là degli sviluppi processuali, hanno già oggi una loro pregnanza”.

“Rimosso un ‘sistema partito’, non singoli”

Schifani ha sottolineato di aver agito perché l’inchiesta “coinvolge direttamente i vertici del partito e il suo fondatore, ipotizzando l’esistenza di un sistema di gestione finalizzato a commettere reati“.

È questa la linea usata dal Governatore per respingere le accuse di incoerenza riguardo la permanenza in giunta di altri assessori con vicende giudiziarie, come Elvira Amata (FdI) e Luca Sammartino (Lega). Secondo Schifani, si tratta di “due livelli completamente distinti”: nel caso della DC verrebbero contestati reati di un “sistema partito”, mentre gli altri “sono comportamenti che fanno riferimento ai singoli assessori”.

“Io non mollo, pazzia staccare la spina”

Il Presidente blinda il suo governo e respinge al mittente le richieste di azzeramento della giunta o di elezioni anticipate. “Non ho mai preso in esame l’ipotesi di azzeramento, né l’idea di abbandonare”.

Alle opposizioni (PD e Calenda), che chiedono le sue dimissioni o il commissariamento della Sicilia, Schifani replica duramente: “Siamo in democrazia, ognuno può esprimere le proprie opinioni purché non si travalichi nelle offese gratuite a un’intera popolazione”. Definendo lo slogan del commissariamento “un’offesa” e “palese impraticabilità costituzionale”.

“Sarebbe un sacrilegio, una pazzia, staccare la spina a questo governo”, ha concluso Schifani, “significherebbe pregiudicare un momento magico che sta vivendo la Sicilia. Perciò vado avanti: rispetto il mio impegno con i siciliani“.

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