Aggiornato al 12/11/2025 - 16:44
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Sicilia

“Stop ‘spesa storica’, servono 150 milioni”: Amenta (ANCI) lancia l’allarme comuni

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Il presidente Amenta (ANCI Sicilia) lancia l’allarme: “Troppi comuni in dissesto”. Chiesti 150 milioni con lo stop alla ‘spesa storica’ e più fondi dalla Regione

“Da diversi anni l’ANCI Sicilia è impegnata con determinazione su più livelli per fronteggiare la grave crisi economico-finanziaria che coinvolge numerosi comuni dell’Isola, una condizione che registra un preoccupante aumento degli enti in dissesto e predissesto, con inevitabili ripercussioni sulla qualità e sulla quantità dei servizi erogati ai cittadini”.

Questo il commento di Paolo Amenta, presidente dell’Associazione dei comuni siciliani, che lancia l’allarme sulla tenuta dei servizi. L’ANCI è al lavoro su tre fronti (nazionale, regionale e normativo) per sbloccare la situazione.

Fronte Nazionale: il “Caso Sicilia” e 150 milioni

Sul fronte nazionale ANCI Sicilia ha promosso l’istituzione di un tavolo tecnico dedicato al “caso Sicilia”, al quale partecipano il Ministero dell’Economia e delle Finanze, la Ragioneria Generale dello Stato e ANCI nazionale. Un risultato che ha permesso di portare al centro dell’agenda istituzionale le criticità strutturali dei nostri comuni.

Parallelamente, dopo anni in cui i comuni siciliani hanno raccolto la sfida dell’applicazione dei fabbisogni standard e della capacità fiscale, trasmettendo i relativi questionari agli organi centrali, ANCI Sicilia ribadisce con forza la necessità di superare il criterio della spesa storica nel riparto del Fondo di Solidarietà, per approdare finalmente a un modello fondato sui fondi di perequazione.

“Alcuni calcoli già fatti con il Ministero dell’Economia e con la Ragioneria dello Stato raccontano di un importo importante: 150 milioni di euro da aggiungere al riparto da destinare ai comuni siciliani.”

Fronte Regionale: più fondi per la liquidità

A livello regionale, l’Associazione ha avanzato la richiesta di un incremento del Fondo per le Autonomie locali, con l’obiettivo di rafforzare la liquidità degli enti, in particolare di quelli in maggiore difficoltà finanziaria.

Riforma delle norme sul dissesto

Ulteriore priorità riguarda la riforma della normativa che disciplina la gestione del dissesto e predissesto.

“L’attuale quadro normativo, infatti, non garantisce la stabilità degli enti risanati, che rischiano di uscire dalla condizione di crisi per ricaderci pochi mesi dopo. Una modifica strutturale della legge è quindi ritenuta non più rinviabile.”

“È attraverso l’azione coordinata su tre fronti — nazionale, regionale e normativa — che i comuni siciliani potranno finalmente uscire da una crisi che ha assunto i contorni dell’emergenza sociale ed economica”.

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