Aggiornato al 27/06/2021 - 13:35
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Materie prime alle stelle, Confartigianato: “Imprese a rischio tracollo”

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Il direttore della Confederazione di Siracusa, Enzo Caschetto: “Subito gli strumenti per affrontare il problema, a cominciare dalla possibilità di revisionare i contratti”

[/vc_column_text][vc_text_separator title=”di Damiano Chiaramonte”][vc_video link=”https://youtu.be/w-Tu4wNdZ4g”][vc_column_text]“L’impennata dei costi delle materie prime può provocare un effetto dirompente sui costi sopportati dalle piccole imprese manifatturiere per l’acquisto di beni necessari alla produzione. Il rincaro delle materie prime, parliamo di ben 459 milioni di costi in più in Sicilia, comporta per i nostri artigiani e i nostri piccoli imprenditori il rischio di comprimere i margini di guadagno o addirittura il timore di rinunciare a lavorare.

L’allarme è stato lanciato nei giorni scorsi da Confartigianato Sicilia che ha chiesto l’intervento del governo centrale, sollecitando la messa in campo degli strumenti che possano rimettere in equilibrio domanda e offerta, nel rispetto della concorrenza e delle norme che ne regolano le restrizioni. Tra questi strumenti quello della revisione dei contratti.

L’aumento del costo delle materie prime desta sempre più preoccupazione per la tenuta della capacità competitiva delle nostre imprese già largamente colpite dalla crisi legata alla pandemia. L’attuale rincaro dei prezzi degli input produttivi si traduce in 459 milioni di euro di costi in più a carico delle MPI siciliane. È quanto emerge da un’analisi dell’Osservatorio economico di Confartigianato Sicilia.

Tutto ciò avviene in un contesto in cui si registra ad aprile 2021 un significativo rincaro dei prezzi delle materie non energetiche (+33,4%) e di quelle non alimentari (+51,4%); a marzo 2021 crescono del 65,7% su base annua i prezzi dei metalli di base; sale l’attenzione anche per le commodities energetiche, i cui prezzi a marzo 2021 sfiorano il raddoppio (+93,6%); e si alzano le tensioni sui prezzi delle importazioni di minerali non metalliferi (da settembre 2020 a gennaio 2021 i valori medi unitari salgono del 50,4%).[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

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