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La querelle sull’appalto del servizio idrico. Proviamo a spiegarvela…

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Le polemiche sul bando per il servizio idrico integrato ruotano attorno all’interpretazione del decreto legislativo numero 50 del 2016. Sembra un discorso di lana caprina. Ma forse non lo é affatto.

[/vc_column_text][vc_text_separator title=”di Damiano Chiaramonte”][vc_column_text]La querelle di questi giorni che riguarda l’assorbimento di tutti i lavoratori della Siam nel nuovo bando del servizio idrico integrato a Siracusa si gioca sul filo dell’interpretazione giuridica. Dai sindacati alla politica, la polemica si è subito accesa in pochi giorni dal sit-in dei lavoratori al Vermexio, per ultimo l’intervento dell’assessore Gradenico nel tentativo di stemperarla e fare chiarezza sull’argomento.

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Pier Paolo Coppa (a sin.) e Francesco Italia

La posizione del Comune di Siracusa è chiara: a sgomberare il campo da qualsiasi polemica è il disciplinare di gara.

Dove si evincerebbe infatti l’impegno che dovrà prendere il nuovo gestore nell’assunzione per numero e qualifiche del personale avente esperienza e titoli professionali adeguati alle attività previste e alla produzione del progetto di assorbimento del personale secondo le linee guida dell’ANAC oltre che alla concreta attuazione alla clausola sociale e la rispettiva proposta contrattuale per ogni singolo lavoratore, pena esclusione. La società che si aggiudicherà la gestione del servizio idrico integrato a Siracusa – “ferma restando la necessaria armonizzazione in ordine alle esigenze tecnico amministrative, al fine di promuovere la stabilità occupazionale nel rispetto dei principi dell’Unione Europea – è tenuta ad assorbire periodicamente nel proprio organico il personale già operante alle dipendenze del gestore uscente c, come previsto dall’ex art. 50 del D.gls 50 del 2016“.


La parte del bando relativa alla discussa clausola sociale

Ma è proprio l’applicazione di quest’ultimo riferimento di legge che non convince chi in questi giorni sta criticando il bando redatto e pubblicato dell’amministrazione comunale di Siracusa. A spiegarlo bene è Salvo Baio.

“La risposta sta nel confronto tra l’articolo 50 del decreto legislativo 50/2016 e l’articolo 173 del decreto legislativo 152/2006. In base al primo decreto (che è quello inserito nel bando di gara) – spiega l’esponente del Pd siracusano – come ha sentenziato il Consiglio di Stato, non c’è alcun obbligo per l’impresa aggiudicataria di un appalto di assumere a tempo indeterminato e in forma generalizzata il personale proveniente dalla precedente società affidataria. Non c’è inoltre alcun obbligo di applicare ai lavoratori le stesse mansioni e qualifiche che avevano col precedente datore di lavoro”.

Insomma, con la clausola sociale contenuta nel decreto legislativo 50/2016, il posto di lavoro non sarebbe affatto garantito, come non sono garantite le mansioni e le qualifiche possedute. Al contrario, col decreto legislativo 152/2006, il personale dipendente da imprese che operano nel settore idrico passa direttamente ed incondizionatamente col nuovo gestore che ha vinto la gara. La clausola sociale è piena e garantisce tutti i lavoratori.

“Allora – si chiede Baio – perché l’amministrazione Italia ha scelto l’opzione più svantaggiosa per i lavoratori, applicando un decreto che non riguarda il settore idrico? Il sindaco Italia e l’assessore Coppa devono dare un risposta chiarificatrice e modificare il bando. Tutti, non uno di meno, i lavoratori Siam devono essere salvaguardati. Mi permetto di aggiungere che l’unica cosa irresponsabile in questo momento (e non solo in questo momento) è mettere a rischio anche un solo posto di lavoro”.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][/vc_column][/vc_row]

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