[vc_row][vc_column][vc_column_text]
Le polemiche sul bando per il servizio idrico integrato ruotano attorno all’interpretazione del decreto legislativo numero 50 del 2016. Sembra un discorso di lana caprina. Ma forse non lo é affatto.
[/vc_column_text][vc_text_separator title=”di Damiano Chiaramonte”][vc_column_text]La querelle di questi giorni che riguarda l’assorbimento di tutti i lavoratori della Siam nel nuovo bando del servizio idrico integrato a Siracusa si gioca sul filo dell’interpretazione giuridica. Dai sindacati alla politica, la polemica si è subito accesa in pochi giorni dal sit-in dei lavoratori al Vermexio, per ultimo l’intervento dell’assessore Gradenico nel tentativo di stemperarla e fare chiarezza sull’argomento.
La posizione del Comune di Siracusa è chiara: a sgomberare il campo da qualsiasi polemica è il disciplinare di gara.
Dove si evincerebbe infatti l’impegno che dovrà prendere il nuovo gestore nell’assunzione per numero e qualifiche del personale avente esperienza e titoli professionali adeguati alle attività previste e alla produzione del progetto di assorbimento del personale secondo le linee guida dell’ANAC oltre che alla concreta attuazione alla clausola sociale e la rispettiva proposta contrattuale per ogni singolo lavoratore, pena esclusione. La società che si aggiudicherà la gestione del servizio idrico integrato a Siracusa – “ferma restando la necessaria armonizzazione in ordine alle esigenze tecnico amministrative, al fine di promuovere la stabilità occupazionale nel rispetto dei principi dell’Unione Europea – è tenuta ad assorbire periodicamente nel proprio organico il personale già operante alle dipendenze del gestore uscente c, come previsto dall’ex art. 50 del D.gls 50 del 2016“.
Ma è proprio l’applicazione di quest’ultimo riferimento di legge che non convince chi in questi giorni sta criticando il bando redatto e pubblicato dell’amministrazione comunale di Siracusa. A spiegarlo bene è Salvo Baio.
“La risposta sta nel confronto tra l’articolo 50 del decreto legislativo 50/2016 e l’articolo 173 del decreto legislativo 152/2006. In base al primo decreto (che è quello inserito nel bando di gara) – spiega l’esponente del Pd siracusano – come ha sentenziato il Consiglio di Stato, non c’è alcun obbligo per l’impresa aggiudicataria di un appalto di assumere a tempo indeterminato e in forma generalizzata il personale proveniente dalla precedente società affidataria. Non c’è inoltre alcun obbligo di applicare ai lavoratori le stesse mansioni e qualifiche che avevano col precedente datore di lavoro”.
Insomma, con la clausola sociale contenuta nel decreto legislativo 50/2016, il posto di lavoro non sarebbe affatto garantito, come non sono garantite le mansioni e le qualifiche possedute. Al contrario, col decreto legislativo 152/2006, il personale dipendente da imprese che operano nel settore idrico passa direttamente ed incondizionatamente col nuovo gestore che ha vinto la gara. La clausola sociale è piena e garantisce tutti i lavoratori.
“Allora – si chiede Baio – perché l’amministrazione Italia ha scelto l’opzione più svantaggiosa per i lavoratori, applicando un decreto che non riguarda il settore idrico? Il sindaco Italia e l’assessore Coppa devono dare un risposta chiarificatrice e modificare il bando. Tutti, non uno di meno, i lavoratori Siam devono essere salvaguardati. Mi permetto di aggiungere che l’unica cosa irresponsabile in questo momento (e non solo in questo momento) è mettere a rischio anche un solo posto di lavoro”.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][/vc_column][/vc_row]