Nella settimana in cui tutto il mondo celebra la Giornata contro la violenza sulle donne (25 novembre) e purtroppo costellata da nuovi gravissimi femminicidi, l’Associazione di volontariato Semaforo Rosa ha proposto in alcune classi del Liceo Classico dell’Istituto Matteo Raeli Noto il “Cum Sensu Lab”, laboratorio pilota sull’intelligenza emotiva.
Sei le volontarie impegnate: Cettina Raudino (Presidente di Semaforo Rosa), Barbara Avola, Elisabetta Dall’Aglio, Corrada Fatale, Concita Gallo, ed Elisa Gumina, che dopo il periodo di formazione con Liliana Selva, esperta della materia e appartenente a Six Seconds, network leader in Italia nell’allenamento dell’intelligenza emotiva, hanno proposto, giovedì mattino, ad 8 classi, dal primo al quarto anno, una serie di laboratori esperienziali.
Mentre si affronta il delicato tema della violenza di genere, dagli scranni del Parlamento alle tribune televisive, le agenzie educative sono chiamate a fare una riflessione sullo stato di crescita e consapevolezza delle giovani generazioni in merito proprio ai rapporti con l’altro sesso. Semaforo Rosa che da tempo si impegna ad affrontare la questione, è giunta quest’anno alla proposta del laboratorio sull’intelligenza emotiva, progettualità che nasce all’interno di un tavolo di riflessione con il Centro antiviolenza Doride di Avola, che ha di recente aperto uno sportello a Noto, e le altre associazioni femminili.
Grazie poi all’impulso dell’assessora Giuseppina Quartararo, con deleghe, tra le altre, alle Politiche Giovanili, alle Pari Opportunità, e alla Pubblica Istruzione, sono state programmate una serie di attività volte proprio a celebrare il 25 novembre nel corso dell’intera settimana e dove la proposta sull’intelligenza emotiva ha fatto breccia tra gli studenti.
“Siamo partite dal presupposto che l’educazione all’affettività sia strumento assai efficace per condurre i ragazzi e le ragazze ad una consapevolezza del sé, alla libertà di scelta, al rispetto e alla reciprocità – spiega Cettina Raudino, presidente Semaforo Rosa-. Partendo proprio dall’alfabetizzazione delle emozioni i partecipanti, in assoluta autonomia, hanno scoperto e scardinato alcuni degli stereotipi più comuni su uomo e donna. E ci hanno addirittura mostrato come su questi aspetti siano già molto avanti. L’esperienza in classe è stata volta al riconoscimento delle proprie emozioni attraverso cui si passa al consenso, senza il quale, purtroppo, si arriva alla dimensione della sottomissione”.
Da questa giornata “pilota” sono già emersi alcuni spunti interessanti, come, ad esempio, la scarsa conoscenza che gli adolescenti hanno verso le proprie emozioni, e con stupore hanno scoperte quante e quali ne possano esistere. “Purtroppo nonostante uno dei primi articoli, il terzo, della nostra Costituzione riconosca il fondamentale diritto alla parità di genere ed imponga alla Stato di fare tutto il possibile per rimuovere ostacoli a che ciò si realizzi, nonostante l’obiettivo numero 5 dell’Agenda 2030 si pone che questo accada in ogni parte del mondo, siamo ancora molto indietro – conclude Cettina Raudino-. Vi è una richiesta di educazione all’affettività che conduca all’intelligenza emotiva; abilità fondamentale in tutti gli ambiti della nostra vita e in tutti i tipi di relazione con l’altro (dalla famiglia, alla coppia, al lavoro, e così via)”.
Gli studenti che hanno partecipato al Cum Sensu Lab dovranno ultimare il percorso con la stesura di un report, il laboratorio, infatti, è stato inserito nel contesto delle ore didattiche di Educazione Civica, e sarà anch’esso oggetto di approfondimento per preparare nuovi appuntamenti.