Il governatore lavora per blindare la sua ricandidatura e tenere vivo il legame con i deputati democristiani in ottica Finanziaria
Rispettare il lavoro dell’Autorità Giudiziaria, cavalcare l’opinione pubblica e dare la spallata decisiva a un “ex alleato”. Leggendo al contrario viene fuori la strategia che Renato Schifani starebbe attuando per salvaguardare la maggioranza in aula e la sua ricandidatura nel 2027.
I deputati che fanno riferimento alla Democrazia Cristiana hanno giudicato “incoerente” il trattamento riservatogli dal presidente che li ha temporaneamente esclusi dalla Giunta, assicurando comunque di restare all’interno dell’impianto politico che governa la Sicilia e confermando “lealtà e vicinanza a Schifani”. Che, dall’altro lato, lavora per delegittimare Cuffaro senza intaccare i numeri a Palazzo d’Orleans, soprattutto adesso che la discussione e il voto sulla Finanziaria Regionale sono a portata di data.
LA STRATEGIA
Sulle decisioni di Schifani di avocare a sé le deleghe degli assessori Andrea Messina e Nuccia Albano, al netto delle questioni politiche, hanno avuto un peso specifico l’opinione pubblica – schierata in maniera pressoché totale contro il presunto “Sistema Cuffaro” – e l’impatto mediatico dell’ennesimo scandalo sulla Sanità. Due assist involontari che Schifani non si è sentito di non sfruttare al meglio per rinfrescare la sua immagine, un po’ sbiadita dalle inchieste che hanno riguardato la sua Giunta e la Presidenza dell’Assemblea. Ma c’è di più, perchè il governatore regionale ha dovuto leggere dalle intercettazioni circolate in questi giorni della volontà dello stesso Cuffaro di correre alla presidente della Regione nel 2027, invadendo il terreno dello Schifani-bis.
Il leader della DC, dunque, è da considerare a tutti gli effetti un avversario, se non un concorrente: ecco perchè Schifani adesso dovrà dialogare con i 7 deputati all’Ars, in questo momento senza una guida autorevole. Indipendentemente dalle decisioni della Procura di Palermo, il presidente della Regione potrebbe comunque decidere di offrire nuovamente due posti in Giunta ai parlamentari della DC nei prossimi giorni. Delegittimando, in tal senso, il ruolo di Cuffaro e rafforzando la maggioranza in aula. Per questo, non è da escludere che nelle sale del potere palermitane possano svolgersi colloqui one-to-one: da un lato il presidente regionale e dall’altro uno alla volta tra Ignazio Abbate, Nuccia Albano, Carmelo Pace (indagato insieme con Cuffaro), Carlo Auteri, Serafina Marchetta e Andrea Messina.
I NUMERI
Gli scenari politici devono per forza tenere conto dei numeri in Assemblea. La strategia di Schifani, in questo senso, servirebbe anche a consolidare i numeri della maggioranza in ottica Finanziaria Regionale, per non ripetere gli errori e i risultati della “Manovra quater” in cui Fratelli d’Italia ha affossato più volte il governo sugli emendamenti.

Ad oggi, tenendo buona la vicinanza espressa dai deputati della DC nei confronti dell’Esecutivo, il presidente può contare su una maggioranza di 43 deputati: 14 di Forza Italia, 12 di Fratelli d’Italia, 7 della Democrazia Cristiana, 5 della Lega, 4 di Grande Sicilia e la parlamentare Caronia di Noi Moderati. In questo caso, considerando i 27 parlamentari delle opposizioni (11 PD, 11 M5S, 3 Sud chiama Nord, La Vardera e Miccichè nel Misto) non ci sarebbero problemi a far passare in aula tutte le norme e approvare la Finanziaria in tempi brevi.
Diversa, invece, sarebbe la situazione in caso di rottura con DC. Schifani, infatti, si troverebbe con “soli” 36 deputati contro 34. Da un lato la maggioranza con Forza Italia (14), Fratelli d’Italia (12), Lega (5), Grande Sicilia (4) e Misto (1), dall’altro l’opposizione con PD (11), M5S (11), Sud chiama Nord (3), DC (7) e Misto (2). In questo caso potrebbe essere l’on. Caronia, parlamentare di Noi Moderati nel Gruppo Misto, ad avere il ruolo di ago della bilancia.
Numeri e dinamiche che Schifani vorrebbe portare dalla propria parte consolidando il rapporto con la Democrazia Cristiana e tagliando fuori l’ormai avversario Cuffaro: due mosse per il presente del Governo Regionale e per blindare lo Schifani-bis.









