Il progetto di collegamento tra Ortigia e la terraferma continua a dividere i residenti: dubbi sull’utilità, sull’impatto e sulla gestione amministrativa
Il progetto del ponte ciclopedonale che dovrebbe collegare Ortigia alla terraferma è diventato oggetto di accese discussioni. Nonostante venga promosso come un’opportunità per “promuovere una mobilità sostenibile e migliorare i collegamenti tra l’isola e la terraferma”, il Comitato Ortigia Cittadinanza Resistente esprime forti perplessità sull’iniziativa, sollevando dubbi circa “l’utilità, le modalità di realizzazione e l’impatto sul contesto urbano“.
A supporto delle proprie preoccupazioni, il Comitato ha svolto un sondaggio tra i residenti, i cui risultati “non lasciano adito a dubbi“: la maggioranza degli intervistati ha espresso pareri negativi, sollevando interrogativi sulla “reale utilità dell’infrastruttura” e sull’effettiva necessità di un nuovo ponte ciclopedonale.
Uno dei principali temi sollevati riguarda proprio “l’effettiva necessità di un nuovo ponte“. Secondo il Comitato, “il ponte attuale, situato a circa 90 metri di distanza, risulta già adeguato a soddisfare il traffico ciclo-pedonale“. La costruzione di un nuovo ponte, quindi, appare “superflua“, in assenza di dati concreti che giustifichino tale intervento. Inoltre, “il ponte non sembra essere previsto nel piano regolatore e nel piano particolareggiato di Ortigia, neppure in variante dello stesso”, sollevando seri dubbi su una pianificazione urbanistica che non sembra giustificare un simile investimento.
A rendere ancora più controverso il progetto, il Comitato evidenzia la modalità di affidamento dei lavori. In particolare, “occorre stigmatizzare l’affidamento diretto dell’opera“. I lavori, inizialmente previsti per un importo di 800.000 euro, sono stati affidati tramite “trattativa diretta”, con un successivo aumento dei costi a 1,2 milioni di euro. La mancanza di una gara pubblica ha suscitato interrogativi sulla “trasparenza del processo” e sulla decisione di “optare per la trattativa diretta anziché per una gara pubblica“. Inoltre, solleva preoccupazioni anche il fatto che “la società incaricata dei lavori faccia parte di un gruppo di aziende in cui la famiglia del sindaco ricopre un ruolo rilevante“.
Dal punto di vista estetico, il Comitato ritiene che il progetto del ponte sia “discutibile e non in armonia con il contesto storico e culturale di Ortigia, che è patrimonio UNESCO”. A ciò si aggiunge la “mancanza di una valutazione complessa di impatto ambientale preventiva“, che avrebbe dovuto essere effettuata, considerando la rilevanza storica e artistica del sito.
Concludendo, il Comitato Ortigia Cittadinanza Resistente ribadisce l’importanza di una riflessione approfondita. “Ogni intervento nel territorio di Ortigia“, affermano i membri del Comitato, “deve essere sottoposto a valutazioni rigorose“, e il dialogo tra Amministrazione, Soprintendenza e Comunità deve essere al centro del processo decisionale. Solo così sarà possibile “preservare l’identità unica del territorio, bilanciando la necessità di innovazione urbanistica con il rispetto per la storia del luogo”.