Triplice evento in Cattedrale: celebrazione della Dedicazione, apertura dell’anno formativo della Scuola Teologica e Giubileo dei laici
La chiesa era gremita di fedeli che, nella stessa giornata, hanno preso parte anche all’inizio della Scuola di formazione teologica di Base Giovanni XXIII e hanno vissuto il Giubileo Diocesano dei laici.
Prima della celebrazione è stato fra’ Gaetano La Speme ofm capp a tenere la prolusione per l’inaugurazione del nuovo percorso della Scuola di Formazione Teologica guidata da don Alessandro Genovese. “L’uomo cammina e può camminare verso Dio perchè Dio sì è messo in cammino verso l’umanità prima del tempo… ha fatto il primo passo e non si è mai fermato, non ha più smesso di venirci incontro – ha detto fra’ Gaetano La Speme -. I cristiani sono per antonomasia pellegrini, pellegrini di speranza. La Speranza è quella forma di intelligenza che sa riconoscere il bene potenziale e attiva la corresponsabilità per coltivarlo. La speranza non è ottimismo. La speranza è la capacità di riconoscere un cammino dove nessuno lo vede. Possiamo osservare la speranza da molteplici punti di vita: essa è una forma di conoscenza, di contemplazione del bene anche quando il bene non è in superficie, come il seme è nella terra pronto a germogliare. Osservata da un’altra prospettiva la speranza è anche esperienza di amore”.
La scuola di teologia di base propone un accompagnamento didattico e un metodo che è comunitario, partecipativo, semplice.
Infine ricordando Papa Francesco nella bolla Spes non confundit, fra La Speme ha evidenziato che “la speranza cristiana, ci trasporta al di là delle prove, ci dà l’intelligenza che sa riconoscere grandezza di un seme, che sa vedere un cammino dove nessuno lo vede, che ci esorta a camminare senza perdere di vista la grandezza della meta. Quella meta desiderata alla quale siamo chiamati e verso la quale, come pellegrini di speranza, siamo in cammino: il Paradiso: la piena comunione dei santi nella Santissima Trinità”.
Nel corso della sua omelia l’arcivescovo Lomanto ha invece sottolineato come la Dedicazione della Chiesa è “il segno della nostra consacrazione a Dio: il vero tempio di Dio è l’uomo. Il mistero della Dedicazione del Tempio è l’offerta del nostro essere, del nostro spirito umano a Dio, affinché Egli ne faccia la sua dimora. La nostra vita è proprio questa dedicazione, questa consacrazione a Dio, questo sentirci presi, posseduti e abitati dal Signore. Essere cristiano vuol dire essere trasferito nel Regno di Dio, vivere già al di fuori dei condizionamenti terrestri”.