Aggiornato al 11/04/2025 - 10:58
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La proposta

Una scuola o una via pubblica di Noto dedicata a Sara Campanella: la città non dimentichi

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Intitolare una scuola o una via pubblica di Noto alla giovane ragazza vittima di femminicidio sarebbe un atto di giustizia simbolica e una scelta educativa per il futuro dei giovani

A Portella di Mare, frazione del comune di Misilmeri (PA), la scuola secondaria di primo grado porterà presto il nome di Sara Campanella, la giovane studentessa vittima di un recente e drammatico caso di femminicidio che ha sconvolto l’intera comunità siciliana e il Paese intero.

Il collegio d’istituto, presieduto dal dirigente scolastico Salvatore Mazzamuto, ha approvato all’unanimità la proposta di intitolazione. Una scelta condivisa anche dal sindaco Rosario Rizzolo, per ricordare con dignità e permanenza la memoria di una ragazza amata da tutti.

Il ricordo di Sara, simbolo contro la violenza di genere

Sara Campanella frequentava la scuola media proprio a pochi passi da casa. Quel plesso scolastico diventerà ora un luogo di memoria attiva, un simbolo contro la violenza sulle donne e un monito permanente a favore del rispetto, dell’educazione e della prevenzione.

L’intitolazione della scuola avverrà una volta concluso l’iter amministrativo previsto dalla legge, già avviato e sollecitato dalle autorità locali.

Noto coinvolta: l’assassino è un giovane della città barocca

A rendere  necessaria una riflessione locale, è il fatto che l’autore del delitto – anch’egli giovane studente – provenga proprio da Noto, cittadina barocca del siracusano, patrimonio UNESCO e culla di cultura e bellezza.

Un elemento che impone una presa di coscienza collettiva e un’azione concreta, capace di trasformare il dolore in memoria e responsabilità civica.

La proposta: intitolare a Sara Campanella una via o una scuola di Noto

Per questo motivo, dalle pagine di Siracusa Press parte l’idea che anche la Città di Noto, come gesto simbolico e civile, intitoli una scuola o una via pubblica a Sara Campanella, affinché il suo nome non sia ricordato solo per l’orrore della fine che ha subito, ma per ciò che può rappresentare: il cambiamento culturale necessario per fermare la violenza di genere.

Un’intitolazione non come atto formale, ma come scelta etica, educativa e politica. Un modo per non rimanere in silenzio, e fare in modo che le istituzioni e i cittadini di Noto si schierino pubblicamente, e visibilmente, contro ogni forma di sopraffazione.

Un segno visibile e duraturo per le nuove generazioni

Sara era una studentessa, una ragazza che sognava, cresceva e progettava il proprio futuro. Intestarle una scuola, un’aula, una biblioteca, un giardino pubblico o anche solo una via – nella città da cui proveniva chi le ha tolto tutto – sarebbe un atto di giustizia simbolica, ma potentissima.

Un gesto di solidarietà verso la famiglia, di vicinanza al dolore, ma soprattutto una scelta educativa per il futuro dei giovani. Perché ogni nome su un edificio scolastico racconta una storia, e quella di Sara non deve finire nel silenzio.

Noto ha il dovere morale di ricordare

In un’Italia ancora segnata da numeri inaccettabili di femminicidi, ogni comunità ha il dovere di fare la propria parte. Noto, città d’arte e di cultura, può e deve assumersi l’impegno di dare un nome e un volto alla lotta contro la violenza di genere. E quel volto, oggi, è quello di Sara Campanella.

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