Dopo anni di attese e rinvii, la sorella e tutrice Rossana La Monica auspica una conclusione giusta e definitiva sulla vicenda giudiziaria
Il 25 settembre presso il Tribunale di Catania si terrà l’udienza di appello per la morte di Stefano Biondo, ragazzo disabile di soli 21 anni, deceduto nel 2011 per soffocamento meccanico. Dopo anni di rinvii e attese, la sorella e tutrice Rossana La Monica auspica che la vicenda giudiziaria possa finalmente giungere a una conclusione giusta e definitiva.
La Monica ha ricordato che Stefano Biondo non era solo suo fratello, ma anche una presenza di cui si è presa cura in ogni aspetto della vita, supplendo all’assenza dei genitori. “L’amore – ha dichiarato – non si spegne con la morte, si trasforma in memoria, in lotta, in impegno”.
Nel comunicato diffuso, la sorella descrive Stefano come un ragazzo dolcissimo, fragile di mente ma forte nell’anima, amante dei treni, dei gelati e delle feste. Un giovane che, con la sua semplicità, aveva conquistato l’affetto di chiunque lo conoscesse.
A seguito della sua morte, nel 2012 è nata l’associazione Astrea – La dea della giustizia, fondata da Rossana La Monica insieme ad altre persone che hanno condiviso dolore e determinazione. Oggi l’associazione sostiene oltre 550 famiglie in tutta Italia, offrendo supporto, ascolto e tutela a chi vive situazioni di fragilità, abbandono e ingiustizia.
In aula, come ad ogni udienza, Rossana sarà presente con la foto del fratello. La sua richiesta è che venga riconfermata la responsabilità dell’infermiere Giuseppe Alicata, affinché Stefano non venga dimenticato e per dare un segnale di giustizia a chi ha vissuto esperienze simili.
“Questa battaglia – afferma – non è solo mia, non è solo di Astrea. È di ogni cittadino che crede nella dignità umana, nella tutela dei più deboli e nella forza della giustizia. Stefano merita giustizia, e continuerò a lottare finché il suo nome sarà pronunciato non con pietà, ma con orgoglio”.