Ortigia Cittadinanza Resistente contesta la delibera comunale che ha impiegato un milione di euro per interventi ornamentali anziché sostenere il restauro degli immobili privati come previsto dalla normativa regionale
Il comitato Ortigia Cittadinanza Resistente ha sollevato una questione che potrebbe innescare un acceso dibattito sull’uso delle risorse pubbliche destinate al centro storico di Siracusa. Al centro della contestazione c’è la destinazione di un milione di euro di fondi regionali, tradizionalmente utilizzati per il recupero degli edifici privati, che l’amministrazione comunale ha invece impiegato per interventi di abbellimento e arredo urbano.
La normativa di riferimento, la Legge Regionale 70 del 1976 con le sue successive modifiche, rappresenta da quasi mezzo secolo lo strumento principale per sostenere la rinascita del tessuto edilizio ortigiano. Il testo legislativo individua con precisione l’obiettivo dei finanziamenti: favorire il restauro e la conservazione del patrimonio storico attraverso il sostegno economico ai proprietari privati.
La svolta è arrivata con la Delibera di Giunta numero 58 del 15 maggio 2025, attraverso la quale l’amministrazione guidata dal sindaco Francesco Italia ha scelto una strada differente. Le risorse sono state destinate alla riqualificazione di Piazza delle Poste con riduzione degli stalli per la sosta, alla realizzazione di una nuova piazza nel Largo della Gancia, ai lavori di climatizzazione del Palazzo Midiri, all’illuminazione del ponte ciclopedonale e al completamento della pavimentazione di via Salomone.
“Questa scelta rappresenta un pericoloso precedente”, ha dichiarato Davide Biondini, portavoce del comitato. “Risorse che dovrebbero sostenere il recupero degli immobili vengono impiegate per finalità differenti, più legate all’immagine che alla sostanza della riqualificazione”.
Il comitato ha anche sollevato la questione della trasparenza amministrativa. Nonostante le richieste di accesso civico presentate, non sarebbero stati forniti né progetti esecutivi né documentazione tecnica o rendicontazioni relative agli interventi previsti.
“La delibera appare come un semplice atto di indirizzo politico, privo dei necessari presupposti tecnici e contabili”, ha aggiunto Biondini. “L’utilizzo di fondi vincolati per obiettivi diversi da quelli originari solleva dubbi di legittimità e rischia di configurare un danno erariale, a discapito di chi attende da anni il sostegno per il restauro degli edifici”.
Secondo il comitato, Ortigia necessita di un approccio differente: “Non servono interventi di facciata, ma trasparenza, coerenza e rispetto delle regole. Serve un’amministrazione che tuteli concretamente il patrimonio storico e sostenga chi lo mantiene vivo”.
La posizione espressa dal gruppo cittadino pone l’accento sulla distanza tra la missione originaria della legge regionale e l’attuale impiego delle risorse. “Sostituire la sostanza del recupero urbano con interventi estetici significa smarrire l’obiettivo di rinascita per cui la normativa è stata creata”, ha concluso il portavoce.
Il comitato ha annunciato che continuerà a seguire la vicenda in ogni sede competente, affinché i fondi destinati al centro storico vengano utilizzati secondo le finalità stabilite dalla legge regionale, per garantire una rigenerazione autentica del patrimonio edilizio di Ortigia.









