Aggiornato al 02/12/2020 - 18:17

Siracusa, la città delle regine nel medioevo aretuseo

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[vc_row][vc_column][vc_column_text]“…l’aragonese federico II dotò la sposa Eleonora, con un suo diploma in Caltabellotta il dì 28 agosto 1305, di varii castelli, città, e casali in Sicilia..Ma poi…il re Federico III…assegnò alla regina Costanza la città di siracusa coi comuni di lentini, Mineo, Vizzini, Paternò, Castiglione, francavilla, il casale di Linguaglossa, quello del valle di S.stefano; e fuori Sicilia, l’isola di Pantelleria; ai quali si aggiunse poscia anche S.filippo D’Argirò.

Costituiva così una grande signoria, come uno Stato entro lo Stato, col nome di camera Reginale” (fig.1).[/vc_column_text][vc_single_image image=”3993″ img_size=”800×600″][vc_column_text]Con questa assegnazione ufficiale, siracusa per almeno duecento anni dal 1300 al 1500 Siracusa sarà la città e lo stato delle Regine di Catalogna e Aragona, dove nasce nella città aretusea il Monastero di s.Lucia alla Badia, che mostrava in un dipinto: S.Lucia con lo stemma aragonese (fig.2) e di Sicilia e nella facciata della stessa chiesa, oggi su piazza Duomo (fig.3).[/vc_column_text][vc_gallery interval=”3″ images=”3999,4090″ img_size=”800×600″][vc_column_text]In un manoscritto conservato presso la Biblioteca Comunale di Siracusa, il “Liber secundus privilegiorum et diplomatum urbis Syracusarum” si legge che nel 1437 Antonio Bellomo, rettore e governatore della Camera Reginale, sottopone all’approvazione della sovrana Maria d’Aragona un singolare disegno di legge che illumina lo sviluppo dell’architettura siracusana nel sec.XV. Tale disegno di legge, approvato a Barcellona, fa rinascere nell’isola di Ortigia una architettura mediavale aulica, dove i signori di origine catalana (Bellomo, Abela, Merguelensi, Montalto e tantia altri) per motivi di pubblica utilità chiedono di “costruire ed elevare…aliquod palacium”, un centro urbano medievale, con architettura

sacre e profane, che rievoca l’originalita di un Medioevo mediterraneo, un parallelo al Barrio gotico di Barcellona.

Secondo lo storico siracusano Giuseppe Agnello, “…questa floridezza si traduce nel superbo apparato di nuove costruzioni…dove l’influenza delle forme spagnole…fu un nuovo trionfo del gotico”. Ortigia, ancora oggi dopo il terremoto del 1693, mostra una veste medievale e barocca; infatti passeggiando per le sue strade e quartieri medievali, scopriamo portali archiacuti e finestre con bifore e trifore, e cortili o patio con la scala all’aperto. Il Palazzo

[/vc_column_text][vc_column_text]Bellomo (fig.4), oggi sede della Galleria regionale d’arte medievale e moderna, è il primo esempio del connubio tra architettura federiciana, nel piano inferiore, e arte catalana nel piano nobile, con le bellissime trifore polilobate con la colonnina al centro, mentre il portale archiacuto marmoreo e sormontato dal particolare stemma della famiglia Bellomo, con l’elmo medievale a becco di papero, lo scudo triangolare appuntito e l’arma tre baltei o fasce inclinate (fig.5).Vicino al palzzo Bellomo si scorge un giardino e la chiesa di S.Martino che mostra un particolare portale archiacuto e strombato (fig.6), simile a molte chiese gotiche del mediterraneo, una chiesetta che ospita un polittico o retablo ligneo con la figura cultuale di S.Lucia, come i polittico tardogotico di S.Maria presente nella pinacoteca della Galleria bellomo (fig.7).

[/vc_column_text][vc_gallery interval=”3″ images=”4094,4095,4096,4105″ img_size=”800×600″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]L’isola di Ortigia è ricca di edifici medievale e li ospita nel suo labirinto di storia e cultura, il balcone del palazzo Migliaccio, in via Pompeo Picherali, dove lo stemma con la mano che tiene il miglio (Migliaccio) è arricchito da una decorazione a zig-zag o chevron, una bicromia di pietra calcarea e lavica, bianca e nera. Attraverardo piazza Duomo, in via S.Landolina si intravedono due edifici medievali, palazzi Chiaramonte e Francica Nava (fig.8), con i portali a ogiva e i conci a ventaglio ad incastro, chiusi da una delicata cornice, alzando la testa si possono vedere le finestre-bifore medievali (fig.9). Lungo la stessa via si incontra la via del Consiglio Reginale, che ospita il palazzo del Governatore reginale con lo

stemma che raffigura s.Michele con la bilancia, simbolo di giustizia (fig.10), prosenguendo, a sinistra, troviamo piazza Archimede che ospita due particolari palazzi medievali, a sinistra in via Amalfitania, il palazzo Bucceri-Lanza, con una bellissima bifora traforata, mentre il palazzo dell’Orologio ospita nel cortile una scala catalana, con la cornice a zig.zag e una finestra con colonna. Il percorso medievale aretuseo e labirintico e complesso perchè si nasconde e si confonde con l’architettura barocca, in via della Maestranza, il palazzo Zappata-Gargallo, con una facciata barocca, con gli stemmi nel cantonale di ronco Capobianco, nasconde all’interno un patio o cortile medievale, una particolare scala che conduce al piano nobile, un frammento di medievo nel cuore del barocco (fig.11).

[/vc_column_text][vc_gallery interval=”3″ images=”4113,4114,4115,4116″ img_size=”600×400″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Ma lo splendore è visibile in via dei S.Coronati e poi a sinistra in via dei Mergulensi dove emerge la meraviglia della facciata di Palazzo Mergulensi-Montalto, con un portale archiaacuto, l’edicola con l’iscrizione tardogotica, ma nel piano nobile, tre particolari finestre: una monofora, una bifora e una trifora, di particolare rilievo la finestra di sinistra con la ricca cornice a zig-zag e anche la cornice marcapiano con gli stemmi della famiglia di origine catalano-aragonese (fig.12).

[/vc_column_text][vc_single_image image=”4118″ img_size=”800×600″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]La città di Aretusa, è centro di cultura greca, medievale e barocca, patrimonio dell’Unesco, ma nel 1300 centro di mecenatismo artistico e architettonico, sede del Governo della regina d’Aragona e ricca di famiglie e committenti internazionali: catalani, amalfitani, genovesi e pisani. Una città che raccoglie lo scrigno del medioevo mediterraneo, basta ricordare i diversi palazzi della famiglia Gargallo , in particolare quello sito nella via T.Gargallo, che rievoca un angolo di tradizione cavalleresca, un cortile che mostra la bellissima scala a conci (fig.13) che ruotano nella salita al piano nobile sostenuto da un portico ad archi acuti (purtroppo mortificato dalla presenza invasiva di un palazzo novecentesco in cemento armato). Nello stesso quartiere tra la Spirduta e la Graziella, troviamo in via Mirabella il palazzo Abela-Daniele che, grazie ai suoi residenti, presenta un bellisimo e fiorito cortile catalano, con una scala dalla cornice segmentata che si interrompe per la successiva costruzione di una scala settecentesca con volte a crociera (fig.14); nella stessa via la chiesa di s.Tommaso, cappella gentilizia della famiglia Gargallo. Ma, per completare in nostro breve percorso vi invito a visitare la chiesa di S.Pietro (vicino la chiesa del Carmine), un edificio di culto paleocristiano che con la venuta dei regnati d’Aragona, ruota il suo percorso d’entrata e presenta due bellissimi portali strombati e archiacuti (fig.15)che testimoniano il valore culturale e artistico della Siracusa medievale, una città nella città da riscoprire, oltre alla cultura greca e barocca.

[/vc_column_text][vc_gallery interval=”3″ images=”4119,4120,4121″ img_size=”600×400″][/vc_column][/vc_row]

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