Di Sarcina annuncia progetti per mille movimenti container. Maersk torna in Sicilia con terminal a Giammoro
Il porto di Augusta si prepara a una trasformazione che potrebbe cambiare il volto della logistica siciliana. I governi nazionale e regionale hanno scelto lo scalo della Sicilia orientale come hub logistico del Mediterraneo e base di produzione per gli impianti eolici offshore, aprendo scenari di sviluppo che vanno ben oltre le attuali dimensioni dell’infrastruttura portuale.
Francesco Di Sarcina, presidente dell’Autorità di sistema portuale della Sicilia orientale, ha illustrato i progetti in cantiere durante il convegno sulle prospettive dei porti siciliani organizzato a Palermo. Gli investimenti prevedono la realizzazione di una banchina di 600 metri, l’approfondimento dei fondali e la creazione di piazzali in grado di gestire il trasbordo fino a mille movimenti container, oltre alla movimentazione dei container vuoti.
La visione strategica per Augusta si inserisce in un contesto mediterraneo in forte espansione. Secondo i dati presentati da Alessandro Panaro del centro studi Srm di Napoli, il traffico container crescerà del 25% nel Nord Africa e del 14% nel Mediterraneo orientale entro il 2029. Una prospettiva che posiziona la Sicilia, e Augusta in particolare, al centro di flussi commerciali destinati ad aumentare significativamente.
Il nuovo Piano regolatore portuale, attualmente in fase di elaborazione, dovrà gestire la coesistenza tra l’attività logistica tradizionale e quella legata all’eolico offshore, evitando interferenze tra i due settori. Si tratta di una sfida tecnica e organizzativa che richiede una progettazione attenta per massimizzare le potenzialità di entrambi i comparti.
Gli investimenti non riguardano solo Augusta. Andrea Balabani di A.P. Moller-Maersk ha annunciato il ritorno del gruppo danese nel mercato siciliano, con l’allestimento di un terminal attrezzato al nuovo molo della Duferco di Giammoro. I servizi di linea “shuttle” collegheranno questo scalo con l’hub di Cagliari e il network “Gemini”, aprendo alle imprese siciliane le principali destinazioni del Nord Africa, del Mediterraneo e del resto del mondo.
La sfida per i porti siciliani, che hanno movimentato 68,7 milioni di tonnellate di merci nel 2024 con un incremento del 4%, è quella di dotarsi delle infrastrutture necessarie per competere con gli altri scali del bacino. Secondo Panaro, oltre agli investimenti strutturali, sarà fondamentale attrarre insediamenti manifatturieri nelle aree di retroporto, sfruttando i benefici della Zona economica speciale unica che ha già registrato 1.582 interventi.
Una prospettiva interessante arriva da Mauro Nicosia, presidente di Confetra Sicilia, che ha evidenziato come la Cina stia realizzando grandi insediamenti industriali nell’area subsahariana destinati ai mercati europei. La costruzione di una strada attraverso il deserto per collegare questi stabilimenti ai porti nordafricani genererà nuovi flussi di merci che i porti siciliani dovranno essere in grado di intercettare.
I sindacati, rappresentati da Alessandro Grasso (Filt-Cgil), Dionisio Giordano (Fit-Cisl) e Antonino Di Mento (Uiltrasporti), hanno sottolineato l’importanza di utilizzare al meglio tutti i fondi disponibili per le infrastrutture, privilegiando il merito e le competenze manageriali nella gestione portuale. Un richiamo alla necessità di professionalità per non sprecare le opportunità offerte dai finanziamenti europei e nazionali.