Aggiornato al 04/11/2025 - 17:34
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I dettagli

Inchiesta Palermo: i PM accusano Cuffaro di essere il “dominus” di un’associazione criminale

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Secondo l’accusa, l’ex Governatore era al vertice di un “comitato d’affari occulto” per infiltrare Regione, Sanità e Appalti. Tra i 18 indagati anche il deputato ARS Carmelo Pace

Emergono dettagli pesantissimi dall’inchiesta della Procura di Palermo che ha scosso la politica siciliana e che tocca da vicino anche l’ASP di Siracusa. Secondo l’accusa, l’ex presidente della Regione, Totò Cuffaro, sarebbe stato al vertice di una vera e propria associazione criminale.

Per lui e per altre 17 persone, la Procura ha chiesto gli arresti domiciliari con accuse che vanno, a vario titolo, dall’associazione a delinquere alla corruzione e alla turbata libertà degli incanti.

Secondo i magistrati, Cuffaro avrebbe usato la sua influenza politica per incidere su concorsi, gare d’appalto e procedure amministrative, al fine di favorire imprenditori amici e rafforzare il proprio consenso politico.

I PM parlano di un “comitato di affari occulto” in grado di “infiltrarsi e incidere sulle attività di indirizzo politico-amministrativo della Regione Sicilia”. L’ex governatore, per l’accusa, sarebbe stato il “dominus” dell’associazione, “impartendo direttive ai coindagati, mediando con i rappresentanti di enti e imprese” e stabilendo l’entità delle tangenti (“utilità indebite”).

L’obiettivo strategico del comitato d’affari era piazzare nomine di dirigenti e funzionari “fidelizzati” nei settori nevralgici dell’amministrazione, come la sanità, gli appalti e le opere pubbliche, per poter poi condizionare l’attività politica della Regione.

Del gruppo, secondo l’accusa, avrebbero fatto parte anche figure di spicco come il capogruppo della DC all’Assemblea Regionale Siciliana, Carmelo Pace (definito “membro di spicco” con il compito di operare nei contesti istituzionali), Vito Raso (uomo di fiducia di Cuffaro) e Antonio Abbonato (indicato come “faccendiere”).

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