L’ex consigliere comunale di Pachino respinge le accuse: “Ricorrerò contro questo atto illegittimo”
«Una espulsione farsa, senza numero legale e piena di contraddizioni, programmata da sicari (politici, s’intende)». Emiliano Ricupero non ci sta. L’ex consigliere comunale è stato espulso dal Partito democratico per due anni, su provvedimento della commissione provinciale di garanzia de democratici. La decisione è stata presa per vicende relative alle amministrative 2024, poiché – stando a ciò che emerge dalle valutazioni del Pd provinciale – si è alleato con la coalizione del sindaco, Giuseppe Gambuzza e con Forza Italia.
Ma Ricupero non l’ha presa certo bene. Ha annunciato la propria battaglia e ha voluto dare la propria versione dei fatti. «Non mi sono alleato con la Dc Di Cuffaro – ha dichiarato l’ex consigliere comunale – e la loro candidata invece, era sostenuta da Azione, dall’Mpa e due civiche. Il tutto in un contesto di centrodestra. L’apparentamento con Gambuzza avvenne a seguito di una totale chiusura dalla Fronterrè nei confronti miei e del mio gruppo».
Tra le altre motivazioni portate a propria difesa da Ricupero anche il fatto che il simbolo del partito democratico non fosse presente nella tornata elettorale. Ed ha parlato anche di un segretario provinciale (Piergiorgio Gerratana) “inadeguato”, di commistioni tra centrodestra e centrosinistra, di infiltrati illustri. Del senatore Antonio Nicita tirato in ballo in questa vicenda “a sua insaputa”. Così ha annunciato che ricorrerà. «Mi appellerò – ha detto l’ex capogruppo del Pd – a tutti gli organismi del partito perché con quest’atto illegittimo si è sancita l’alleanza tra una parte del partito Democratico e la DC Di Cuffaro, di questo sono responsabili i vertici provinciali del partito. Per questi soggetti chiederò a gran voce ed in tutti gli uffici competenti la loro espulsione».