La società proprietaria dei terreni risponde dopo il corteo delle associazioni: “Quella di Legambiente propaganda ideologica. Sediamoci a un tavolo per un progetto eco-compatibile”
Non si fa attendere la replica di Elemata Maddalena S.r.l. dopo la recente manifestazione delle associazioni ambientaliste per la “Pillirina libera”. La società proprietaria dei terreni sulla penisola della Maddalena, al centro di un contenzioso ultra-decennale, rompe il silenzio con una nota che tocca i temi del diritto, della storia recente e del futuro dell’area.
“La proprietà privata non è un’opinione”
Il primo punto sollevato da Elemata è di natura giuridica. La società richiama il principio della proprietà privata come “fondamento dello Stato di diritto”, definendo l’atteggiamento di alcuni legali e associazioni come un’operazione “intellettualmente disonesta”. “Stupisce che si continui ad alimentare campagne di denigrazione contro un soggetto privato che ha acquisito i terreni in modo legittimo”, si legge nella nota. Elemata ricorda un dettaglio spesso trascurato nel dibattito pubblico: quei terreni furono venduti da cittadini siracusani, che dall’operazione incassarono circa 15 milioni di euro. “Continuare a criminalizzare chi ha acquistato regolarmente, invece di interrogarsi sulle scelte di chi ha ceduto, è inaccettabile”.
Sì alla Riserva, ma con un progetto eco-compatibile
Contrariamente alla narrazione che la dipinge come nemica della tutela ambientale, la società ribadisce di aver “sempre sostenuto l’istituzione della Riserva naturale Maddalena – Plemmirio”, a patto che questa avvenga nel rispetto dei diritti acquisiti e delle normative. La proposta di Elemata resta quella di un modello di sviluppo eco-compatibile, definito “unico in Sicilia”. Il progetto, spiega la proprietà, punta alla “conservazione del paesaggio, all’uso di materiali naturali, alla tutela della fascia costiera e alla riqualificazione degli edifici esistenti”. Il rifiuto ricevuto finora viene bollato come “ideologico” e frutto di “prese di posizione preconcette” che nulla avrebbero a che vedere con la reale salvaguardia dell’ambiente.
L’attacco a Legambiente e l’invito al tavolo
I toni si alzano quando la società si rivolge direttamente alla controparte. Elemata parla di “toni intimidatori” e “propaganda”, annunciando azioni legali contro affermazioni ritenute diffamatorie. L’affondo è diretto: “Se davvero Legambiente vuole tutelare il territorio, lo dimostri con i fatti invece di farsi pignorare i conti per i mancati pagamenti dovuti alla perdita dei ricorsi al TAR”. Nonostante il clima teso, la società lancia un’apertura formale, invitando l’avvocato Tuttoilmondo e i rappresentanti delle associazioni a “sedersi attorno a un tavolo, alla luce del sole”. L’obiettivo proposto è individuare un perimetro della riserva che possa conciliare la tutela ambientale con i diritti della proprietà privata, uscendo da quello che Elemata definisce un “clima di ostilità permanente fondato su accuse infondate”.







