Aggiornato al 06/11/2025 - 11:10
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I dati

Qualità dell’aria, luci e ombre su Siracusa: ozono e benzene oltre le soglie, ma cala l’arsenico

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Il report 2024 di ARPA Sicilia: picchi di H2S (cattivi odori) a Priolo e Melilli. Palermo e Catania bocciate per lo smog da traffico (PM10 e NO2)

Un quadro a macchia di leopardo, con criticità evidenti ma anche con segnali di miglioramento. È quanto emerge dalla “Relazione Annuale sullo Stato della Qualità dell’Aria nella Regione Siciliana” per l’anno 2024, pubblicata dall’ARPA Sicilia.

Se da un lato le grandi aree metropolitane di Palermo e Catania restano fuorilegge per i classici inquinanti da traffico (PM10 e Biossido di Azoto), per la zona industriale di Siracusa (classificata come “Aree Industriali IT1914” ) la situazione è complessa. L’area industriale siracusana, infatti, sfora i limiti per l’Ozono e registra picchi allarmanti per Benzene e Idrogeno Solforato , pur segnando una vittoria storica sul fronte dell’Arsenico.

La notizia positiva: crolla l’arsenico

L’indagine dell’ARPA evidenzia un dato molto atteso per il territorio: il problema dell’Arsenico, che aveva destato enorme preoccupazione negli anni passati, sembra rientrato. Il report certifica che, dopo i superamenti del valore obiettivo registrati nel 2018 e 2019 nelle stazioni di Priolo e SR-Via Gela, “nel 2020 e negli anni successivi la concentrazione media annua si è ridotta considerevolmente in tutte le stazioni”, restando al di sotto dei limiti.

Le criticità del 2024 nell’area industriale

Nonostante il miglioramento sull’Arsenico e il rispetto dei limiti per PM2.5, Monossido di Carbonio e Biossido di Zolfo, l’area industriale siracusana presenta forti criticità su altri inquinanti.

  • Ozono (O3): La “Zona Aree Industriali” ha registrato nel 2024 il superamento del valore obiettivo per la protezione della salute umana. La maglia nera spetta alla stazione di Melilli, che (insieme a Enna) sfora la media triennale di 25 giorni di superamento. Melilli ha anche registrato un picco che ha fatto scattare la “soglia di informazione” (182 µg/m³).
  • Benzene (C6H6): Sebbene la media annua resti sotto il limite di legge (5 µg/m³) , il report analizza i picchi orari, utilizzando una soglia (20 µg/m³) come indicatore di “cattiva qualità dell’aria”. I superamenti di questa soglia sono stati registrati quasi esclusivamente nell’area industriale : Priolo (47 superamenti e massima oraria di 140 µg/m³) e Augusta (25 superamenti e un picco di 424 µg/m³). Anche le stazioni non incluse nel programma di valutazione (Augusta-Marcellino e Augusta-Megara) hanno registrato rispettivamente 49 e 19 superamenti.
  • Idrogeno Solforato (H2S): Questo inquinante, non normato ma responsabile dei “cattivi odori” , è stato monitorato in 4 stazioni. Il valore guida OMS per la salute (media 24h) non è mai stato superato. Tuttavia, la soglia olfattiva (7 µg/m³) è stata superata più volte: Priolo ha registrato il maggior numero di superamenti (27 volte) e il picco orario più alto (28,62 µg/m³). Melilli ha invece registrato la media annua più alta (1,83 µg/m³).
  • Idrocarburi Non Metanici (NMHC): Anche questi legati alle molestie olfattive , hanno superato la soglia di riferimento (200 µg/m³) in tutte le stazioni monitorate. Nell’area siracusana, Augusta-Megara ha registrato la media annua più alta (340 µg/m³) e la peggiore performance, con il 50% dei dati oltre la soglia. La stazione SR-ASP Pizzuta ha registrato il picco orario più alto in assoluto (5558 µg/m³).

I trend decennali (2015-2024) nel Siracusano

L’analisi statistica (Test di Kendall) sull’andamento degli ultimi 10 anni (2015-2024) nel quadrilatero industriale mostra una situazione “a macchia di leopardo”:

  • Augusta (e Augusta-Megara): Trend in crescita per Biossido di Azoto (NO2) e Idrocarburi Non Metanici (NMHC).
  • Melilli: Trend in crescita per il Biossido di Zolfo (SO2).
  • Priolo: Trend in decrescita per NO2 e NMHC, ma in crescita per SO2 e Idrogeno Solforato (H2S).
  • Siracusa-Belvedere: Trend in crescita per NO2 e SO2, ma in decrescita per gli Idrocarburi Non Metanici (NMHC).

Lo smog nelle città e le nuove regole UE

La relazione conferma le criticità delle grandi città dovute al traffico: Palermo e Catania hanno superato i limiti per il Biossido di Azoto (NO2).

Per il PM10, entrambe le città hanno superato il numero massimo di 35 giorni di sforamento. Tuttavia, l’ARPA ha applicato la “correzione” per le polveri sahariane (“eventi di dust”): dopo il ricalcolo, Catania (V.le Vittorio Veneto) è rientrata nei limiti (25 giorni), mentre Palermo (Boccadifalco) resta fuorilegge (50 giorni).

L’ARPA conclude ricordando che l’Unione Europea ha adottato una nuova direttiva da recepire entro due anni, con limiti molto più severi da raggiungere entro il 2030. Ad esempio, il limite annuo del PM10 passerà da 40 a 20 µg/m³. Con i nuovi parametri, oggi, l’84% delle stazioni siciliane sarebbe fuorilegge.

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