Oggi i festeggiamenti in onore della Santa Patrona di Siracusa, Santa Lucia
Le notizie più antiche sulla festa di dicembre della nostra Patrona, così come oggi la viviamo, risalgono al 1625.
Il presidente della Deputazione di Santa Lucia, Pucci Piccione racconta: Un viaggiatore veneziano, Pietro della Valle, annota che il 12 dicembre, nella chiesa di Santa Lucia fuori dalla città, venne cantato il vespro solenne per la festa con la presenza del Vescovo accompagnato dal Senato e da tutta la nobiltà.
La sera del 12, inoltre, si fecero delle luminarie e “ una cavalcata di molti cavalieri con torce ” uscì per le strade della città.
Pietro della Valle annota, inoltre, che il 13 dicembre, di mattina, venne fatta una processione solenne per le strade principali con tutto il clero e la nobiltà verso la chiesa di Santa Lucia fuori le mura e che, al momento dell’uscita dell’immagine della Santa, un uomo dalla cima del campanile “ si lasciò andare a volo, sopra una corda, venendo a cadere il mezzo alla piazza ch’era tutta piena di popolo adunato allo spettacolo ”.
Il 14 dicembre, annota sempre Diego della Valle, “ si corsero molti palii, cioè di gente a piedi, di somari, muli, cavalli e berberi ” mentre il 15 dicembre uscì per la città “ una mascherata di dodici cavalieri a cavallo vestiti a coppia in fogge diverse ” e che nella piazza innanzi il vescovado “ corsero al Saracino et all’anello ”.
Pietro della Valle annota, infine che “ al 21 dicembre con un’altra processione simile alla prima, ma fatta la sera al tardi, si riportò la Sacra Immagine di S. Lucia dalla sua chiesa dove sin allora era stata alla Chiesa Cattedrale dove d’ordinario si conserva in una cappella ben guardata e serrata con molte chiavi ”.
Sono passati quasi quattrocento anni ma la struttura della festa di dicembre di Santa Lucia è rimasta sostanzialmente inalterata con delle modifiche che risentono solo dei mutamenti del costume e dei tempi.
Nel 1627, inoltre, il re Filippo IV concesse all’uscita e all’entrata del Simulacro il triplice sparo di tutta l’artiglieria, che ricorda i fuochi d’artificio, mentre nel 1764 venne inserita nel corteo processionale la Carrozza del Senato nella quale sedevano i giurati della città.
Il Simulacro di Santa Lucia veniva portato dalla Confraternita dei Bottai fino a quando nel 1798, dopo vivaci contrasti, la Deputazione di Santa Lucia ebbe ad incaricare la corporazione dei falegnami che, ancora oggi, cura la traslazione anche se non sono più i soli falegnami a prendere sulle loro spalle il peso di Santa Lucia; è stato predisposto un apposito
albo dei portatori che vengono sorteggiati prima delle feste e che si riconoscono per il caratteristico berretto verde che venne introdotto nella seconda metà dello scorso secolo.
La processione di Santa Lucia, inoltre, si caratterizza anche per una forte presenza femminile all’interno del corte penitenziale che costituisce un unicum nelle tradizioni della pietà popolare in Sicilia.
Le reliquie di Santa Lucia, collocate nel corte processionale prima del Simulacro, vengono portate a spalla dal 13 dicembre 2003 dalle portatrici che si riconoscono per il foulard verde.
Il Simulacro argenteo di Santa Lucia, anima e cuore della festa e del corteo processionale, venne realizzato da Pietro Rizzo, orafo e argentieri palermitano, nel 1599 mentre l’intera opera, comprensiva della cassa realizzata per custodire il corpo, venne completata nel 1620.
La presenza del Simulacro nella Cattedrale di Siracusa comportò una diversa impostazione del culto a Santa Lucia che assunse un carattere fortemente urbano grazie anche al ruolo svolto dai Gesuiti e da padre Bartolomeo Petracci s.j. in particolare che riesce ad ottenere nel 1605 dalla Cattedrale di Bari una reliquia di Santa Lucia che viene collocata nel Simulacro.
Ed infatti sino alla fine del 1500 la festa di Santa Lucia veniva svolta attorno ai luoghi del martirio e della sepoltura dove, nel 1039, il generale bizantino Giorgio Maniace aveva sottratto dal sepolcro il corpo per portarlo a Costantinopoli.
La statua che veniva portata per le processioni è, molto probabilmente, la statua lignea conservata presso la Chiesa di S. Giacomo Apostolo ai Miracoli anche se alcuni sostengono che invece era la statua che oggi è venerata nella chiesa Madre di Belvedere.
Una festa, pertanto, fuori dalle mura cittadine e che, grazie anche alle fiere che si celebravano ogni anno in occasione dell’ottavario e che godevano del beneficio della franchigia concesso nel 1334 da Federico II (III) di Sicilia e nel 1341 da Pietro II, era molto partecipata.
La fiera è stata sempre presente nella festa di Santa Lucia ed è estremamente indicativo, come ricorda Mons. Pasquale Magnano nel libro “ I Gesuiti a Siracusa ”, l’episodio avvenuto in occasione dei festeggiamenti di Santa Lucia del 1556, quando alcuni mercati venuti da fuori città ebbero a contestare i Padri Gesuiti che, denunziando la presenza tra i banche della fiera di “ belletti, smaniglie e collane d’oro, guanti e fettucce di seta, reti e intrecciatoi di perle, e altri somiglianti ornamenti da acconciarsene le donzelle ”, vietarono alle donne siracusane l’acquisto in quanto “ strumenti di vanità e veleni dell’onesta ”.
La festa di un Santo Patrono richiama il carattere della popolazione che lo festeggia.
Catania, con la passione esuberante dei devoti di Sant’Agata, ha costruito, nel corso dei secoli una festa che risponde alle qualità e peculiarità dei cittadini.
Siracusa, con un carattere forse più apatico e timido, ha costruito una festa che, nel corso dei secoli ha mantenuto una struttura certamente più semplice ma che ha saputo conservare in pieno il carattere religioso che occorre, nei tempi attuali, mantenere e rafforzare.
La festa di Santa Lucia nel mese di dicembre non è uno spettacolo di folklore ma un momento vero ed autentico di intensa spiritualità vissuta con partecipazione ed emozione da tutta la città.