Aggiornato al 26/03/2025 - 10:33
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208° anniversario della Polizia Penitenziaria: Le riflessioni del SIPPE sulle condizioni e il ruolo degli agenti

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In occasione del 208° anniversario, il Sindacato SIPPE esprime preoccupazioni e riflessioni sul difficile lavoro degli agenti di polizia penitenziaria, tra difficoltà operative e carenze strutturali

In occasione del 208° anniversario della costituzione del Corpo di Polizia Penitenziaria, il Sindacato SIPPE ha voluto condividere alcune riflessioni importanti sulle condizioni di lavoro degli agenti e sul valore del loro ruolo all’interno del sistema penitenziario.

Nel suo messaggio, la Segreteria Provinciale del SIPPE sottolinea come, nonostante i notevoli sforzi compiuti, spesso il lavoro degli agenti di polizia penitenziaria venga ignorato o frainteso. “Ci chiamano secondini, guardie carcerarie o, quando va bene, agenti di custodia – definizioni che non ci appartengono”, si legge nella nota, “siamo invece uomini e donne di un Corpo di Polizia dello Stato, che rappresentano la Legge e la sicurezza della società”.

Il sindacato evidenzia le numerose difficoltà che gli agenti affrontano ogni giorno, tra carenze di organico, strutture inadeguate e il sovraffollamento delle carceri. Ogni mese, infatti, gli agenti sventano tentativi di suicidio tra i detenuti, una realtà che, come sottolinea il SIPPE, rimane spesso invisibile al grande pubblico.

“La Polizia Penitenziaria è in prima linea, nelle sezioni detentive e in contatto quotidiano con i detenuti, senza mai tirarsi indietro, nonostante la difficoltà del lavoro”, afferma il sindacato. Eppure, il loro lavoro non si limita alla sorveglianza: gli agenti sono anche fondamentali nel processo di recupero e reinserimento dei detenuti, un compito che rappresenta una sfida difficile e straordinariamente nobile.

Il SIPPE fa inoltre notare come, nonostante le difficoltà e le carenze, le donne e gli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria continuano a svolgere il loro lavoro con impegno, mettendo a rischio la propria sicurezza e affrontando situazioni delicate con una professionalità che va riconosciuta. “Il nostro compito non è solo quello di rappresentare la durezza della giustizia, ma anche di capire e affrontare i drammi umani dei detenuti”, si conclude nella nota.

In conclusione, il SIPPE ribadisce l’importanza di riconoscere il ruolo della Polizia Penitenziaria come pilastro del sistema penitenziario italiano, chiedendo maggiore attenzione e valorizzazione del loro lavoro.

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