Lunedì il Nucleo di valutazione del Ministero della Salute potrebbe dare il via libera. Chiesto con forza il ritorno dell’oncologia medica a Siracusa
Potrebbe essere finalmente in arrivo un passo avanti per la realizzazione del nuovo ospedale di Siracusa. Lunedì prossimo, infatti, il Nucleo di valutazione e verifica degli investimenti pubblici del Ministero della Salute potrebbe dare il via libera all’iter, che risulta bloccato dal dicembre dello scorso anno.
A darne notizia è l’Osservatorio Civico di Siracusa, attraverso le parole del presidente Salvo Sorbello, dei due vice Donatella Lo Giudice e Alberto Leone, e del coordinatore del comitato tecnico-scientifico Franco Cirillo: “Come avevamo preannunciato nei giorni scorsi, lunedì prossimo l’iter del nuovo ospedale di Siracusa dovrebbe finalmente fare un passo avanti, con il via libera del Nucleo di valutazione e verifica degli investimenti pubblici del Ministero della Salute, dove è purtroppo fermo, per vari motivi, dal dicembre dello scorso anno”.
Oltre alla questione del nuovo ospedale, l’Osservatorio Civico sottolinea la necessità di ripristinare il reparto di oncologia medica a Siracusa, attualmente situato ad Avola in via temporanea dall’emergenza Covid, ma che vi rimane ormai da cinque anni.
“Per quanto riguarda l’attuale situazione sanitaria, in attesa che venga approvata dalla Regione la nuova rete ospedaliera, torniamo a chiedere con forza il ritorno a Siracusa del reparto di oncologia medica, visto che il permanere della sua presenza ad Avola, che doveva essere solo temporanea, legata all’emergenza Covid e che invece dura ormai da cinque anni, sta provocando notevoli difficoltà ai pazienti, che sono circa 600, e alle loro famiglie”, dichiarano i rappresentanti dell’Osservatorio.
Parallelamente, l’Osservatorio accoglie con favore la decisione della direzione dell’ASP di Siracusa di istituire un nuovo reparto di oncoematologia: “Accogliamo molto favorevolmente la decisione della direzione dell’ASP di far nascere a Siracusa un reparto di oncoematologia, per agevolare le tante persone fragili residenti in provincia e nel capoluogo, che potranno così curarsi con minori disagi”.