AD Musso: “Affiancare figure professionali introvabili sul mercato italiano”. Primi 20 operativi da gennaio, criticità sui tempi burocratici di 6 mesi
Non un’alternativa, ma un’integrazione. È questo il messaggio che arriva dal Gruppo Irem Spa, la storica azienda siracusana dell’impiantistica industriale, che grazie al Decreto Cutro ha avviato un progetto di inserimento di 60 lavoratori egiziani specializzati in saldatura e tubisteria.
“Il primo gruppo di 20 unità è già operativo da gennaio 2025 nei cantieri di Siracusa, mentre altri 40, che hanno ottenuto nulla osta e visti tra la fine dell’estate e l’autunno, stanno progressivamente arrivando in Italia. I percorsi di selezione e formazione sono stati avviati in Egitto, con corsi di lingua italiana e preparazione tecnica certificati da enti terzi, all’interno del progetto “Navigare nel futuro: scoperta e formazione di talenti nel comparto dell’impiantistica industriale a livello internazionale”, presentato al ministero del Lavoro da Orienta spa (agenzia per il lavoro)”, ha dichiarato la dottoressa Marcella Sarceno, responasibile del personale di Irem
“La nostra scelta – spiega l’amministratore delegato di Irem, Giovanni Musso – non è di sostituire i lavoratori italiani, ma di affiancare nei nostri cantieri figure professionali che sul mercato nazionale sono sempre più difficili da reperire. Questi saldatori e tubisti qualificati lavoreranno fianco a fianco ed al pari con il personale già presente nelle nostre business unit, in Italia e successivamente all’estero, rafforzando la competitività del gruppo ponendo alla base di tutto la formazione del personale.”
Se da un lato il Decreto Cutro viene salutato con favore dalle imprese, in quanto più efficiente rispetto al “Decreto Flussi”, vista l’assenza di quote e click day, dall’altro resta il problema dei tempi burocratici. In particolare dopo il periodo di formazione nel Paese di origine dei lavoratori in ambito professionale e civico linguistica, per l’ottenimento del permesso di lavoro e del nulla osta sono stati necessari circa sei mesi: un periodo troppo lungo per chi deve far fronte a commesse e progetti complessi caratterizzati da programmi di esecuzione molto rigidi. “Il provvedimento è utile e necessario rappresenta un canale che ha un grande potenziale– aggiunge Musso – ma occorre ridurre drasticamente i tempi delle procedure. Solo così le imprese potranno avere in tempi rapidi e certi la manodopera qualificata indispensabile allo sviluppo nei mercati nazionali ed esteri”.
Un’esperienza, quella di Irem, che mette in evidenza una questione che riguarda parecchie aziende italiane: la carenza di manodopera specializzata. In questo scenario, i decreti per l’ingresso di lavoratori extra UE, che comunque hanno come principio ispiratore la formazione, possono rappresentare uno strumento importante, ma la loro efficacia – come sottolineato da Musso – dipende dalla rapidità con cui lo Stato è in grado di rispondere alle esigenze del tessuto produttivo.