Aggiornato al 06/02/2023 - 13:53

Siracusa, indagine al cimitero, due arresti e altri 9 indagati, massima collaborazione dal sindaco Italia

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Si va man mano chiarendo lo sconcertante quadro accusatorio di quella che a tutti gli effetti sembra la certificazione di sospetti e “dicerie” che da anni aleggiavano sul cimitero, “vox populi” che, stando al lavoro portato avanti dalla Magistratura in queste ore, ancora una volta può essere equiparata alla “vox dei”.

«Gli sviluppi giudiziari sul cimitero ci lasciano sbigottiti ma, allo stesso tempo, determinati nel chiedere che si faccia luce nel più breve tempo possibile. Auspichiamo che gli accertamenti in corso dissolvano ogni altro sospetto su una vicenda che colpisce la sensibilità di tante famiglie siracusane. Siamo pronti ad adottare le necessarie iniziative e a fornire ogni supporto ai magistrati e agli investigatori, sui quali riponiamo piena fiducia».

Così, a caldo, il sindaco Francesco Italia, dopo aver appreso dell’arresto del direttore del cimitero di Siracusa Fabio Morabito e di Marco Fazzino, soggetto preposto a svolgere le mansioni di operaio all’interno del medesimo cimitero, poiché ritenuti responsabili, in concorso fra di loro, di induzione indebita, abuso d’ufficio, falsità documentale e sottrazione di cadavere, il tutto al fine di trarre un ingiusto profitto quantificato in oltre 60.000 euro.

Tutto parte dalla denuncia di una vittima di questi squallidi traffici che, durante le festività natalizie del 2019/2020, si era accorta che la cappella di famiglia del cimitero comunale, in cui erano state tumulate le salme dei propri congiunti, era ormai occupata da altri defunti.

I due arrestati, abusando della funzione svolta, inducevano i privati, spinti dal bisogno e dall’urgenza di dare sepoltura ai loro cari, a versare somme di denaro allo scopo di eludere le “lungaggini” delle procedure di evidenza pubblica, finalizzate all’assegnazione legale dei loculi e delle cappelle.

Come un’agenzia immobiliare per loculi e cappelle

Come una sorta di agenzia immobiliare improvvisata per loculi e cappelle, la costante presenza degli indagati all’interno del cimitero, consentiva loro di “intercettare” i bisogni e le difficoltà dei privati, prima ancora che gli stessi si muovessero “secondo i canali istituzionali” per ottenere l’assegnazione di un posto per i loro defunti.

In buona sostanza, gli indagati, aggirando le procedure di evidenza pubblica, intascavano il denaro necessario all’assegnazione dei posti rilasciando ai privati falsi titoli concessori. Inoltre, conoscendo i “meccanismi” di assegnazione pubblica dei loculi, gli stessi, sfruttando illegalmente gli strumenti giuridici della “decadenza” del possesso dei loculi in stato di abbandono, “estumulavano” , in concorso con altri quattro impiegati comunali, arbitrariamente i cadaveri per fare posto ai nuovi defunti, a fronte di esosi pagamenti da parte dei familiari.

Pertanto, le condotte dei due indagati erano perfettamente complementari e funzionalmente collegate al perseguimento dell’illecito profitto, operando in quella che può dirsi una “perfetta sinergia”. Appare singolare che in una prima fase dell’indagine, si era ipotizzato che i “nuovi assegnatari” fossero stati truffati dagli indagati, ed indotti a versare del danaro mediante raggiri sulla correttezza della procedura da seguire.

Tuttavia, dalle complesse ed articolate attività investigative è emerso che i nuovi beneficiari avevano “cooperato”, in un certo senso, alla assegnazione irregolare delle cappelle e come tali sono risultati destinatari di avviso di conclusione indagini. All’esito delle indagini, tutte le risultanze probatorie sono state compendiate in apposita informativa di reato determinando la locale Procura della Repubblica a richiedere ed ottenere i provvedimenti restrittivi, nonché il sequestro preventivo di 60.000 € eseguiti nella scorsa mattinata dal personale della Squadra Mobile della Questura di Siracusa che all’atto delle operazioni ha rinvenuto e sequestrato agli indagati oltre 35.000 euro in contanti.

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