Aggiornato al 27/02/2024 - 13:09

Siracusa, operazione “Ultimo brindisi” della Guardia di Finanza: 10 arresti, Iva evasa per oltre 30 milioni

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Sequestrati immobili a Siracusa

Una vasta operazione contro l’evasione fiscale e la bancarotta fraudolenta, denominata “Ultimo Brindisi”, ha portato all’arresto di 10 persone e al sequestro di beni per un valore superiore ai 30 milioni di euro, in un’azione coordinata che ha visto l’impiego delle forze della Guardia di Finanza di Catania e il supporto di reparti dislocati in varie province italiane, tra cui Venezia, Vicenza, Messina, Siracusa, Salerno, Roma, Padova, Rieti, L’Aquila e Milano.

L’indagine, condotta sotto la guida della Procura Europea con sede a Palermo, ha messo in luce un complesso schema criminoso dedito alla vendita illegale di bevande evadendo l’IVA, con un giro d’affari stimato in oltre cento milioni di euro. Al centro dell’organizzazione, un individuo nato nel 1983, precedentemente non coinvolto in attività criminali, rivelatosi a capo dell’associazione. Questa figura è figlio di un noto esponente del clan mafioso “Santapaola”, attualmente in regime di detenzione severa.

La strategia del gruppo includeva l’uso di cosiddette “cartiere”, società fittizie attraverso le quali venivano emesse fatture per operazioni inesistenti, permettendo così la vendita di bevande a prezzi sottocosto grazie all’evasione dell’IVA. Tra le tecniche di frode figurano anche l’acquisto di merci senza IVA, presupposte destinate all’esportazione, e il mancato versamento dell’IVA su acquisti da San Marino, oltre a simulate operazioni intracomunitarie e l’ottenimento di crediti d’imposta fittizi attraverso corsi di formazione inesistenti.

Le misure restrittive adottate includono l’arresto di sei persone e gli arresti domiciliari per altre quattro, tra cui due consulenti fiscali, padre e figlio. A 17 indagati è stato inoltre imposto il divieto di esercitare attività imprenditoriali o di ricoprire ruoli direttivi per un anno.

Il sequestro preventivo ha riguardato somme di denaro, beni immobili e mobili, quote sociali e 29 veicoli, appartenenti a 17 società e 25 individui indagati, con l’obiettivo di recuperare oltre 30 milioni di euro, corrispondenti all’ammontare dell’IVA evasa.

Quest’operazione sottolinea l’impegno congiunto della Procura Europea e della Guardia di Finanza nel proteggere gli interessi finanziari dell’Unione Europea e dell’Italia, promuovendo un mercato equo e trasparente. Si ricorda che per gli indagati vige la presunzione di innocenza fino a prova contraria in sede giudiziaria.

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