Aggiornato al 27/06/2024 - 12:54
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Geni o truffatori?

Studenti “troppo bravi” ai test di medicina di Palermo e Napoli, scatta il sospetto dell'”aiutino” tecnologico

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Risultati medi di gran lunga migliori rispetti a quelli registrati alla “Statale di Milano”

I test di Medicina sono nuovamente al centro di una polemica per via dei punteggi “sospetti” registrati quest’anno. Dopo lo scandalo dello scorso anno relativo alla banca-dati venduta su Telegram, stavolta l’attenzione si concentra sui risultati delle prove di ammissione di maggio in alcune università.

In particolare, un numero sorprendente di candidati a Palermo e in due atenei di Napoli, Federico II e Vanvitelli, ha ottenuto il punteggio massimo: 90 punti su 60 domande. Le cifre sono impressionanti: 57 candidati a Palermo e 76 alla Federico II hanno raggiunto il massimo punteggio, cifre che superano di gran lunga quelle registrate alla Statale di Milano. Anche il punteggio medio in questi atenei è risultato significativamente più alto della già elevata media nazionale di quest’anno.

Il test di ammissione si è trasformato in una semplice prova mnemonica. Da mesi si denuncia la mancanza di controlli adeguati nelle sedi dei test. Senza metal detector e aule schermate, l’uso di smartphone e smartwatch era prevedibile, data la possibilità di accedere facilmente alla banca dati fornita dal Cineca. Non serve una buona memoria, basta saper copiare. Questo metodo di selezione premia i più furbi, non i più meritevoli. Chi bara oggi non sarà un bravo medico domani.

Lo studio legale “Leone – Fell e C.” di Palermo ha già raccolto numerose segnalazioni da parte di candidati che hanno assistito alla presunta “truffa dei test” e che presenteranno le loro testimonianze alle autorità competenti. L’obiettivo è difendere coloro che hanno ottenuto un punteggio elevato in maniera onesta, ma che rischiano di non essere ammessi.

La questione solleva preoccupazioni importanti sulla trasparenza e l’equità dei processi di selezione per le facoltà di Medicina, sottolineando la necessità di controlli più rigorosi per garantire che solo i più meritevoli possano accedere a questi corsi di studio cruciali, oltre ovviamente ad alimentare il dibattito di chi questi test li vorrebbe definitivamente abolire.

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