Aggiornato al 07/11/2025 - 17:07
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Inchiesta Cuffaro, Pistorio (Cgil): “Sistema corruttivo anticipato, si agisce quando l’opera è solo immaginata”

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Il segretario della Fillea Sicilia sullo scandalo appalti: “La mafia (coppola e lupara) garantisce gli accordi presi nelle istituzioni”. Poi cita Pasolini: “Io so. Ma non ho le prove”

“L’omissione da parte della Regione, qualche anno fa, di discutere sul protocollo di legalità proposto da Fillea Cgil e Cgil Sicilia e i silenzi di chi si è sottratto dal ripresentarlo in maniera diversamente articolata la dicono lunga sul nostro tessuto politico-sociale”.

Così Giovanni Pistorio, segretario generale della Fillea Cgil Sicilia, interviene a proposito dell’ultimo scandalo che vede coinvolti, tra gli altri, Totó Cuffaro.

Un sistema di corruzione che, a detta del segretario generale della Fillea Cgil Sicilia, sarebbe cambiato. «Anticipato – spiega Pistorio – addirittura al momento in cui l’opera viene anche solo immaginata. Il vecchio mafioso con la lupara in mano, infatti, sa già che il suo ruolo è quello di rendere obbligatorio il rispetto degli accordi presi ai margini o dentro le istituzioni – continua il segretario generale della Fillea Cgil Sicilia – il patto consiste nell’assoluta garanzia che le forniture, manodopera compresa, avvengano sul luogo in cui ha sede il cantiere e che poi siano quelli con coppola e lupara a stabilire chi, come e quando. E ciò diventa un obbligo».

«È chiaro che alle aziende non disponibili a sottostare a queste regole non viene concessa la possibilità di avere in aggiudicazione alcun appalto così come di potere rientrare tra i fornitori. Ma ciò che succede oggi è molto più del tavolino di qualche decennio fa. Adesso si agisce sin dal momento in cui l’opera viene immaginata. E i fatti di questi giorni ce lo confermano».

Pistorio conclude con una citazione di Pasolini:

«Pasolini diceva: “Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi. Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l’arbitrarietà, la follia e il mistero”. Io so ma non ho le prove».

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