Aggiornato al 07/10/2025 - 19:13
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Sicilia, via libera al deputato supplente: l’Ars approva con 37 voti

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Giambona (PD): “Invasione di campo inaccettabile, costo 12 milioni”. Schifani soddisfatto per tenuta maggioranza. Ora doppia lettura Camera e Senato

Adesso, un deputato regionale “chiamato” a fare l’assessore, potrà lasciare spazio al parlamento siciliano al primo dei non eletti. Temporaneamente, s’intende, per il periodo che rimarrà in carica nell’esecutivo regionale.

L’Assemblea regionale siciliana ha espresso parere favorevole al disegno di legge nazionale che introduce la figura del deputato supplente modificando lo Statuto speciale. L’aula ha approvato con 37 voti a favore e 28 contrari, mediante scrutinio segreto. Il provvedimento dovrà ora essere esaminato e approvato in doppia lettura da Camera e Senato.

Il parere dell’Ars era obbligatorio, sebbene non vincolante. La norma prevede che il primo dei non eletti subentri al deputato o consigliere regionale nominato assessore dal presidente della Regione, considerata l’incompatibilità tra i due incarichi. In Sicilia gli assessorati sono dodici. Soluzioni analoghe sono già adottate in altri Consigli regionali.

Il deputato del Partito Democratico Antonello Cracolici ha motivato il voto contrario sostenendo che l’introduzione del supplente comporterebbe “una maggiore spesa per le casse pubbliche regionali di circa 12 milioni di euro”.

Più dura la posizione di Mario Giambona, vicepresidente del gruppo PD all’Ars, che ha parlato di “vera e propria invasione di campo da parte del Parlamento nazionale”. “Una modifica costituzionale che tocca lo Statuto siciliano, senza alcuna iniziativa da parte dell’ARS, è un fatto gravissimo e inaccettabile. La Sicilia non può essere trattata come terreno di conquista per logiche spartitorie e giochi di potere.”

Giambona ha contestato anche il merito della norma: “Anziché risolvere i problemi strutturali dell’Isola, apre a possibili accordi e ricatti politici tra il deputato eletto e il suo eventuale supplente. Un’architettura pericolosa che mina il vincolo di rappresentanza e altera profondamente il rapporto tra eletti e cittadini.”

Il deputato democratico ha accusato il governo regionale di aver “accettato passivamente questa imposizione dall’alto, senza nemmeno tentare una riflessione o un confronto politico. Nessuna parola, nessuna spiegazione.”

“Se il governo nazionale vuole davvero occuparsi della Sicilia”, ha aggiunto Giambona, “lo faccia su sanità, infrastrutture, lavoro, ambiente, non certo sulle poltrone. La Regione Siciliana ha strumenti e competenze per legiferare autonomamente su queste materie. Serve rispetto, non commissariamenti mascherati.”

Il vicepresidente del gruppo PD ha concluso annunciando battaglia: “Chiederemo l’intervento dei nostri deputati nazionali. Continueremo a opporci a questa deriva, dentro e fuori l’Aula, con determinazione e responsabilità. Ancora una volta assistiamo allo sport preferito del centrodestra: moltiplicare ruoli e posizioni di potere, ignorando le vere emergenze di questa terra.”

Di segno opposto la reazione del presidente della Regione Renato Schifani, che ha espresso “soddisfazione per la tenuta della maggioranza” all’Ars. Oltre al parere favorevole sulla modifica statutaria, l’assemblea ha anche eletto il componente della sezione regionale di controllo della Corte dei conti per la Regione.

Il provvedimento segue un percorso già avviato in altri Consigli regionali italiani e dovrà ora completare l’iter parlamentare nazionale con la doppia lettura richiesta per le modifiche costituzionali.

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