Aggiornato al 02/01/2025 - 13:27
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Noto, ‘Nùtas’: quando l’arte digitale incontra Ibn Hamdis

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Quattro artisti internazionali reinterpretano l’eredità del poeta arabo-siciliano in chiave contemporanea

La città di Noto si conferma culla di innovazione culturale e artistica, ospitando “Nùtas”, una mostra, visitabile dal 22 dicembre al 2 gennaio, che esplora il connubio tra arte digitale e tradizione, ridisegnando i confini tra reale e virtuale.
Promossa dal curatore Gaetano Malandrino, “Nùtas” rappresenta il secondo capitolo di una trilogia dedicata a Noto, alla sua storia e ai suoi figli illustri. Dopo “Muse”, questo evento celebra l’eredità culturale di Ibn Hamdis, poeta e pensatore visionario, offrendoci un’occasione unica per riflettere su temi attuali come dignità, uguaglianza e consapevolezza storica.

Protagonisti della mostra sono quattro artisti di fama internazionale:
* Roberto Caruso, con le sue iconiche opere pittografiche che intrecciano riferimenti storici e pop, creando un mix di estetica e tecnologia.
* Michele Ambrogi, che attraverso i suoi loop temporali ci invita a riflettere sulla forma e sull’eterno dialogo tra materialità e immaterialità.
* Juan Marta Mònaco Cagni (Argentina), con il suo stile filmico minimalista che ci trasporta in mondi onirici di immagini rassicuranti e surreali.
* Serena Carnemolla, poetessa che combina luce, suono e parola per offrire esperienze immersive e meditazioni profonde sulle nostre routine e sull’esilio.

La mostra si svolge nei suggestivi Bassi di Palazzo Ducezio, dove le installazioni site-specific offrono ai visitatori un’esperienza multisensoriale unica, fatta di poesia, cinema e arte digitale.
L’obiettivo di “Nùtas” è tracciare un ponte tra passato e futuro, tra Ibn Hamdis e il linguaggio dell’arte contemporanea, stimolando una riflessione sulla nostra identità e il nostro posto in un mondo sempre più interconnesso.

Dichiarazione del Sindaco di Noto
Con ‘Nùtas’ celebriamo la capacità di Noto di fondere tradizione e innovazione, storia e avanguardia. Questa mostra non è solo un omaggio ai nostri figli celebri come Ibn Hamdis, ma un invito a guardare al futuro con occhi nuovi, riconoscendo l’arte digitale come una forza creativa globale. Invitiamo cittadini e visitatori a immergersi in questa straordinaria esperienza. Un particolare ringraziamento a Pietrangelo Buttafuoco, direttore della Biennale di Venezia , per la visita gradita a Noto e alla mostra

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