Aggiornato al 07/04/2025 - 17:13
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Diritto alla salute

Tutela della salute a Noto, firmato protocollo tra Diocesi e Cittadinanza Attiva/Tribunale del Malato

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Collaborazione per rafforzare il diritto alla salute, il rapporto medico-paziente e il sostegno ai più fragili. Presenti il Vescovo Rumeo e l’Osservatorio Civico di Siracusa

Unire le forze per promuovere la tutela del diritto alla salute, rafforzare la fiducia tra medici e pazienti e sostenere le persone più fragili. Con questi obiettivi è stato sottoscritto nei giorni scorsi un importante protocollo di collaborazione tra l’Ufficio per la Pastorale della salute della Diocesi di Noto, diretto da Don Fortunato Di Noto, e Cittadinanza Attiva/Tribunale per i Diritti del Malato (TDM), rappresentato da Vittorio Padua.

L’intesa siglata a Noto segue un percorso analogo già avviato nell’Arcidiocesi di Siracusa, dove un protocollo simile è attivo tra l’Ufficio diocesano e l’Osservatorio Civico. A testimonianza di questa sinergia territoriale, alla firma erano presenti anche il presidente dell’Osservatorio Civico, Salvo Sorbello, e la vice presidente Donatella Lo Giudice.

Alla presentazione dell’accordo è intervenuto anche il Vescovo di Noto, Mons. Salvatore Rumeo, il quale ha tenuto a sottolineare come il principio della salute per tutti vada affermato in ogni momento, con un’attenzione particolare per le categorie più vulnerabili come anziani e persone con disabilità fisica o mentale. Da parte sua, Vittorio Padua ha ricordato l’impegno costante di Cittadinanza Attiva e TDM per garantire l’effettiva tutela della salute di ogni cittadino.

Il documento sottoscritto evidenzia la condivisione di obiettivi cruciali: “favorire la tutela del diritto alla salute delle persone, il rafforzamento del rapporto di fiducia tra medici e pazienti, il sostegno laddove si ravvisano situazioni di fragilità e/o difficoltà socioeconomiche”. Si sottolinea come la sanità sia un’area a crescente rischio di “odiose disuguaglianze”, anche a causa dell’aumento della povertà. Citando Papa Francesco, il protocollo ricorda che la malattia “può diventare disumana […] se è vissuta nell’isolamento e nell’abbandono e se non è accompagnata dalla cura e dalla compassione”.

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