Aggiornato al 02/12/2024 - 11:50
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Lotta per i diritti

52 Anni dai Fatti di Avola: la lotta per i Diritti sul Lavoro continua

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Pippo Zappulla e Roberto Alosi: “Ricordare il sacrificio dei braccianti di Avola è un dovere per affermare la dignità e i diritti dei lavoratori oggi.”

Cinquantadue anni dopo i drammatici Fatti di Avola, la memoria del sacrificio di Giuseppe Scibilia e Angelo Sigona, i due braccianti uccisi durante le proteste contro le gabbie salariali, continua a essere un monito per tutti i lavoratori.

“In quel giorno del 1968 – ricorda Pippo Zappulla, Coordinatore Regionale di Sinistra Futura – due uomini persero la vita e 48 furono feriti per aver lottato contro l’ingiustizia di salari differenti per lo stesso lavoro nella stessa provincia. Ricordare quei fatti è doveroso, non solo per onorare le vittime, ma per continuare a vigilare sui diritti dei lavoratori.”

Zappulla sottolinea come i cambiamenti del mercato del lavoro abbiano trasformato lo sfruttamento in forme più subdole, colpendo precari, partite IVA e lavoratori vulnerabili, spesso utilizzando discriminazioni razziali o il bisogno economico come arma per comprimere i diritti fondamentali.

La celebrazione dei Fatti di Avola deve diventare uno stimolo per combattere il caporalato e il moderno sfruttamento che, purtroppo, rimane ancora diffuso in molte zone del Paese. Solo così possiamo garantire una società davvero civile e democratica.”

Sull’importante ricorrenza è intervenuto anche il Segretario Provinciale della CGIL di Siracusa, Roberto Alosi, che ha dichiarato:

“Oggi ci troviamo qui, ad Avola, per ricordare i Fatti del 2 dicembre 1968, un momento drammatico che ha segnato la storia del nostro territorio e dell’intero Paese. In quel giorno, due braccianti, Giuseppe Scibilia e Angelo Sigona, persero la vita sotto i colpi della repressione, mentre chiedevano semplicemente ciò che spettava loro: dignità, diritti, e una giusta retribuzione per il loro lavoro.
Quei sacrifici non furono vani. Da quella tragedia nacque una nuova consapevolezza collettiva, che contribuì a importanti conquiste sindacali, come l’approvazione dello Statuto dei Lavoratori. Fu il segnale che i diritti non si ottengono mai per concessione, ma attraverso la lotta, l’unità e il coraggio di chi non si piega davanti alle ingiustizie.
Oggi, a distanza di 52 anni, dobbiamo chiederci cosa quei fatti ci insegnano per il presente. In un contesto di lavoro sempre più precario, dove spesso si tornano a vedere condizioni di sfruttamento, è nostro dovere raccogliere quell’eredità di lotta e continuare a difendere chi lavora, chi soffre, chi non si rassegna.
Il ricordo dei Fatti di Avola non deve essere solo un atto di memoria, ma un impegno concreto. La CGIL di Siracusa continuerà a essere al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici, per costruire una società più giusta, solidale e rispettosa dei diritti di tutti. Giuseppe e Angelo vivono nelle nostre battaglie quotidiane. Non li dimenticheremo mai.”

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