Aggiornato al 08/09/2025 - 20:10
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L'analisi

Punto Azzurro. Siracusa, la miglior difesa è…la difesa

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A Cerignola, contro l’Audace, gli azzurri hanno evidenziato ancora una volta una tenuta difensiva discutibile, testimoniata dai tre gol subiti

Un passo indietro sul piano del gioco, almeno tre – tanto quanto il passivo subito – per ciò che riguarda l’atteggiamento difensivo.
Il Siracusa incassa la terza sconfitta in altrettante partite nel girone C di Serie C, ma questa volta ha poco da recriminare. In vantaggio per la seconda volta dopo il match casalingo contro il Monopoli, anche domenica gli uomini di mister Turati hanno fallito l’appuntamento con i primi punti stagionali a causa di una tenuta difensiva che ha lasciato ampi spazi agli attaccanti pugliesi, praticamente indisturbati nel puntare verso l’area di rigore di Bonucci una volta ricevuto il lancio lungo dai compagni di squadra. In più di un’occasione, tra l’altro, i tentativi dell’Audace di cercare la porta non sono stati dei veri e propri lanci lunghi, ma sono scaturiti da palloni spazzati dalla propria trequarti di campo che, con la difesa del Siracusa spesso oltre il centrocampo, si sono trasformati in veri e propri assist.

Al “Monterisi”, Turati ha cambiato la coppia di centrali, preferendo Pacciarci a Falla e schierando il numero 5 in coppia con Bonacchi. Nella prima fetta di partita il Siracusa ha sfiorato due volte il vantaggio, ma nella restante parte di match la difesa ha mostrato ancora una volta le difficoltà già viste contro il Monopoli.
Se, infatti, il piazzamento della retroguardia ha funzionato sui tre gol annullati per fuorigioco all’Audace – due di Emmausso e uno di Cuppone – nel primo tempo, lo stesso non si può dire sul numero troppo alto di occasioni concesse nelle due fraziosi e sui gol subiti. La rete del pari, dopo il vantaggio aretuseo di Pacciardi, è nata da un tentativo di alleggerimento lungo (non un lancio, quindi) di Martinelli che ha inspiegabilmente trovato distratta la difesa di Turati: troppo facile per Cuppone battere Bonucci e fare 1-1. Situazione molto simile all’azione che ha sancito il 3-1 finale, con il Siracusa giustamente nella trequarti di campo avversaria e il lancio lungo nel tentativo di allontanare il pericolo per l’area del Cerignola che, però, è diventato letale per la retroguardia azzurra, ancora piazzata male sulla rete siglata da Cuppone. In mezzo, la traversa colpita dallo stesso attaccante su cui Pacciardi e compagni si sono fatti trovare in inferiorità numerica. Sul gol di Emmausso, scaturito da calcio da fermo, oltre al piazzamento l’errore è stato sulla marcatura dell’attaccante gialloblù, completamente libero di piazzare il pallone sul secondo palo senza saltare.

L’impressione, confermata dalle ultime due sfide, è che oltre a errori individuali (vedi Falla contro il Monopoli) vi siano errori sul piazzamento e soprattutto difficoltà nel trovare il giusto atteggiamento difensivo. In un campionato difficile come quello di Serie C, al cospetto di squadre organizzate per far male all’avversario, il rischio è che lo stesso copione si verifichi in altre circostanze se Turati e il suo staff non cambieranno tatticamente la difesa.
Dopo tre partite, il Siracusa è l’unica squadra a 0 punti tra quelle che non hanno subito alcuna penalizzazione. Cambiare registro e muovere la classifica già dalla sfida contro il più quotato Benevento, per non vanificare quello che in avanti gli azzurri riescono a creare, diventa adesso obbligatorio per evitare di perdere contatto con le dirette inseguitrici per la salvezza.

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