L’allarme di Fabio La Ferla (OSA) dopo la decisione dei giudici su un operaio siracusano: “Una verità che pesa come un macigno. In Sicilia 1000 morti l’anno, ora bonificare subito”
Una sentenza “allarmante” che pesa come un macigno sulla salute pubblica di tutta la provincia. La Corte d’Appello di Roma, nel motivare il riconoscimento di una rendita INAIL agli eredi di un operaio siracusano, ha messo nero su bianco un principio devastante: “Tutti gli abitanti di Priolo, Melilli, Augusta e Siracusa” sono stati “esposti alle polveri di amianto”.
A lanciare l’allarme sulle implicazioni di questa decisione è Fabio La Ferla, presidente dell’Organizzazione Siciliana Ambientale (OSA).
“I giudici – spiega La Ferla – citano la storica indagine dell’OMS e del Registro Tumori di Siracusa del 1997, affermando che il rischio esposizione non riguarda solo i lavoratori del petrolchimico di Priolo, ma perfino tutti i residenti della zona. È una verità che chiede giustizia”.
La Ferla definisce la sentenza un punto di non ritorno e ricorda i numeri di una strage silenziosa che continua a preoccupare. “In Sicilia – prosegue – ogni anno muoiono circa 1000 persone per patologie correlate all’amianto, e Siracusa è tra le città più colpite”.
Il tempo, secondo il presidente dell’OSA, è scaduto. “Il picco delle malattie lo avremo proprio in questi anni”, sottolinea con forza. “Questo è il motivo per cui non si può più aspettare”.
L’appello è chiaro e duplice: da un lato, continuare la battaglia nei tribunali affinché le vittime e i loro eredi possano essere risarciti; dall’altro, applicare la legge e monitorare tutti i siti contaminati.
“La mia sarà una lotta senza confini – conclude La Ferla – con l’unico obiettivo di tutelare la salute di tutti. Continuerò a lavorare in sinergia con le istituzioni, portando avanti la nostra battaglia per la bonifica dei siti con amianto. Mi batterò senza sosta per un territorio inquinato per anni dalle grandi aziende a partecipazione statale. Bisogna bonificare subito”.