Design innovativo, eccellenze italiane, arredi unici ed arte diffusa sono solo alcune delle scelte operate dall’imprenditore veneziano Dino Scaggiante e da Carlo Cracco, per dare nuova vita al ristorante Carlo al Naviglio. L’ultima chicca dello chef stellato sorge all’interno di una villa del XVII secolo che affaccia sulle rive del Naviglio Grande, a Milano. Un’oasi urbana e tranquilla i cui spazi includono diverse sale interne, un dehor esterno ed un ampio e suggestivo giardino.
Una meraviglia che accoglie opere d’arte selezionate da Giancarlo Pedrazzini di Fabbrica Eos per impreziosire il locale milanese. Tra queste, hanno trovato la loro giusta collocazione due gemme del noto artista siracusano, Davide Bramante: si tratta dell’opera Pechino del 2006 e di Washinghton, un lavoro del 2019, entrambe le foto 150 x 100 (cm). Si tratta di opere che ben si amalgamano in un ambiente raffinato ma al tempo stesso caldo ed accogliente come una trattoria che risplende però di dettagli speciali. Speciali come le fotografie di Bramante, visioni simultanee nelle quali vengono ricreate delle situazioni, abolendo le categorie temporali di passato, presente e futuro.
L’allestimento prevede lunghi tavoli in legno, nobili lampadari di cristallo, sedute di A.G. Fronzoni e di Jasper Morrison prodotte da Cappellini. Inedita è la mise en place: una distesa di porcellane bianche e piatti dai decori diversi, firmati Richard Ginori.
Pechino (gazebo e traffico) 2006 Washington (women Capitoloum) 2019
Nel menù si trovano piatti che si rifanno alla tradizione gastronomica italiana rielaborati in chiave moderna e proposte più attuali con ingredienti e abbinamenti originali. L’offerta è stagionale e cambia 4 volte l’anno con alternative di carne, pesce e vegetariane con ingredienti sempre freschi e selezionati.
