Circolare diocesana richiama parroci su decoro celebrazioni matrimoniali: equilibrio tra festa e rispetto liturgico
«La chiesa va trattata con dovuto rispetto e non è ammissibile vedere che il tempio di Dio sia trasformato in un set cinematografico o in un orto botanico». Parola del vescovo di Noto, monsignor Salvatore Rumeo, che ieri ha emanato una lettera circolare ai presbiteri della diocesi per richiamare l’attenzione sul decoro delle celebrazioni matrimoniali. Il documento sottolinea la necessità di mantenere il rispetto per la sacralità degli spazi durante i riti religiosi. Il vescovo esorta i parroci a vigilare con fermezza sulla presentazione del rito e a coordinarsi con gli sposi per quanto riguarda addobbi floreali e canti durante la Santa Messa.
«Noi non affittiamo una sala – ha scritto Rumeo nella lettera – e non assistiamo ad un evento esclusivamente sociale, ma celebriamo la Santa Eucaristia, memoriale della Passione, morte e risurrezione di Nostro Signore ed è bene che noi pastori trasmettiamo ai nubendi il senso profondo del matrimonio cristiano».
La circolare invita i pastori a trasmettere ai nubendi “il senso profondo del matrimonio cristiano”, evidenziando come la celebrazione debba rimanere centrata sul sacramento piuttosto che sugli aspetti esteriori.
Monsignor Rumeo fornisce indicazioni precise ai presbiteri della diocesi, chiedendo particolare attenzione al rispetto degli spazi sacri. I parroci dovranno concordare preventivamente con gli sposi le modalità di allestimento, assicurandosi che addobbi e canti siano in armonia con la solennità del rito.
La lettera sottolinea come sia compito dei pastori guidare le coppie verso una comprensione più profonda del significato del matrimonio religioso. L’obiettivo è evitare che la dimensione scenografica prevalga su quella spirituale, mantenendo la centralità del messaggio evangelico.
Il monito è chiaro, ed è rivolto a preti e futuri sposi: niente più sfarzo nelle chiese, almeno in quelle della Diocesi di Noto, poichè la curia «non intende autorizzare – ha precisato monsignor Rumeo – eventi che arrechino nocumento alla dignità della liturgia ed alla sua nobilis simplicitas».