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Noto, Rinnovata la convenzione per l’esposizione dei reperti al Museo Civico Archeologico

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La Giunta comunale approva l’accordo con il Parco Archeologico di Siracusa per garantire la permanenza delle collezioni archeologiche nel complesso del Santissimo Salvatore dopo la scadenza della precedente intesa quinquennale e quarant’anni di travagliata storia del museo netino

Per i prossimi 10 anni i “gioielli” di Noto potranno continuare a rimanere nelle teche del Museo civico archeologico. La Giunta comunale ieri ha approvato la nuova convenzione con il Parco Archeologico  di Siracusa, Eloro, Villa del Tellaro e Akrai per garantire la permanenza dei reperti archeologici esposti al MuCiAN, allestito nel complesso del Santissimo Salvatore, l’ex Monastero delle Benedettine del Settecento.

La delibera, approvata il 18 novembre, rinnova un accordo già in vigore dal 2020 ma scaduto lo scorso luglio. La nuova convenzione avrà durata decennale e permetterà al museo netino di continuare a ospitare i reperti provenienti dagli scavi archeologici condotti negli anni Settanta nel territorio comunale.

La storia del museo è stata travagliata. Allestito originariamente nei locali del complesso settecentesco, aveva dovuto chiudere i battenti a causa dell’inagibilità della struttura. I reperti erano stati trasferiti in parte nei depositi comunali, in parte in quelli del Museo Archeologico Paolo Orsi di Siracusa e della Soprintendenza. Solo grazie a diversi finanziamenti statali l’amministrazione comunale era riuscita ad avviare e completare i complessi lavori di consolidamento, restauro e riallestimento dell’edificio storico, con interventi condotti dalla Soprintendenza di Siracusa e coordinati dal Comune.

Il 25 settembre 2021, dopo quasi quarant’anni di attesa e complesse operazioni di trasferimento, il nuovo allestimento del MuCiAN era stato finalmente inaugurato. Oggi il museo ospita dieci sale espositive che raccontano il patrimonio archeologico del territorio.

Il museo custodisce complessivamente 177 reperti archeologici con un valore assicurato totale di circa 661.000 euro.

L’esposizione comprende due reperti paleolitici provenienti dalla Grotta Corruggi di Pachino, consistenti in strumenti in selce, e un grande orcio della cultura di Chiusazza risalente al IV-III millennio avanti Cristo.

Il nucleo principale della collezione è composto da 42 reperti più 3 pannelli espositivi. Si tratta di materiali provenienti principalmente dalla necropoli di Castelluccio e dal sito di Monte Finocchito, databili tra il bronzo antico e l’età del ferro. La raccolta include ceramiche dipinte con decorazioni geometriche, vasi di varie forme, utensili in selce e basalto, ornamenti personali come fibule bronzee, collane con pendenti in denti di animali selvatici, fuseruole e altri manufatti della vita quotidiana delle antiche popolazioni siciliane.

Di particolare interesse sono i reperti del Koreion di Eloro, santuario dedicato a Demetra e Kore, che comprendono statuette votive, protomi femminili, ceramiche attiche a figure nere e vernici nere databili tra il VI e il III secolo avanti Cristo. La collezione include anche vasellame miniaturistico, lucerne, unguentari, pentole da cucina con tracce di combustione, strumenti in bronzo e ferro come cuspidi di lancia e lame di coltelli.

La raccolta prevede anche 130 reperti, prevalentemente provenienti dalla necropoli di Eloro e da Monte Finocchito. Si distinguono per importanza alcune ceramiche di produzione attica, tra cui un’olpe con scene dionisiache a figure nere, skyphoi decorati e una lekythos a fondo bianco attribuita al Pittore della Megera. La raccolta comprende inoltre gioielli in bronzo tra cui fibule, anelli, collane con perle biconiche, specchi, oltre a vasellame di varie forme e funzioni. Completano l’insieme alcune monete bronzee della zecca di Siracusa di epoca ellenistica, recanti effigi di divinità e simboli cittadini, e frammenti di transenne calcaree con decorazioni traforate.

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