Aggiornato al 27/01/2025 - 12:38
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L'analisi

Congresso PD, il risultato conferma le attese, solo le primarie avrebbero potuto “ribaltare” le sorti

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Piergiorgio Gerratana conferma le previsioni della vigilia e diventa il nuovo segretario provinciale del PD di Siracusa, vincendo in città e andando bene in provincia; l’area Spada-Scalorino conferma “le roccaforti” ma accetta il risultato, augurando buon lavoro al nuovo segretario

L’analisi dei freddi numeri legati al congresso del Pd di Siracusa, quello che interrompe un lungo e per niente produttivo commissariamento, parlano chiaro e confermano il desiderio, legittimo, dei sostenitori delle primarie, l’unico strumento che, come direbbe lo chef Alessandro Borghese, avrebbe potuto “ribaltare il risultato”.

Le primarie però da statuto non erano previste e il voto dei circoli ha rispettato sostanzialmente le previsioni iniziali, con Gerratana primo nel capoluogo e in 12 sulle 15 sezioni comunali allestite, un sostanziale pareggio in quel di Lentini e l’inevitabile sconfitta nelle “roccaforti” di Scalorino, ossia Floridia, Solarino e Canicattini Bagni.

 

Orazio Scalorino è dunque il rappresentante della minoranza interna del PD, con quasi un terzo dei voti dei tesserati e se il nuovo segretario vorrà tentare la “pacificazione” del partito dovrà tenerne conto, sia nell’assegnazione dei ruoli di segreteria sia al momento clou della presentazione delle candidature comunali, provinciali (se saranno confermate le elezioni) ma soprattutto regionali. In questa partita infatti si affronteranno nomi pesanti come Cutrufo e Bonomo che potrebbero contendere la riconferma del seggio all’uscente Tiziano Spada. 

A Gerratana va anche l’augurio, sano, di poter lavorare per il bene della comunità che rappresenta, nel ruolo di opposizione costruttiva che dal primo momento si è intestato il PD a Siracusa. L’impegno da affrontare già da subito è la costruzione di un’alternativa di governo progressista da presentare in città, dopo il decennio di Italia, in contrapposizione alla proposta del centrodestra, in modo da garantire ai cittadini scelte consapevoli ed alternanze di governo che sono il sale della democrazia.

Quello che non si augura nessuno è la nascita di una nuova stagione dei veleni all’interno del PD, con minacce, ricorsi, lotte a colpi di comunicati stampa e le solite conseguenze del caso, uno spettacolo a cui gli elettori rimasti ormai hanno fatto il callo ma che di certo non aiuta ad allargare la platea dei sostenitori, contribuendo semmai ad allontanare ancora di più i cittadini dalla politica.

A questo punto, come diceva il saggio, non resta che “attendere e sperare”.

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