I provvedimenti del Questore dopo gli incidenti di mercoledì 24 settembre. Divieti da uno a due anni per i responsabili. Pellicone: “Condotte inaccettabili”
Mano pesante della Questura dopo gli episodi di violenza avvenuti mercoledì 24 settembre allo stadio “De Simone”. Sono stati emessi sette Daspo per altrettanti tifosi del Siracusa, ritenuti responsabili di aver forzato il dispositivo di sicurezza e di aver fatto esplodere una bomba carta durante la partita contro il Potenza.
I fatti: varchi forzati e bomba carta in campo
Secondo la ricostruzione della Polizia, i disordini sono iniziati prima dell’inizio dell’incontro, valevole per il campionato di Serie C. Durante l’accesso dei tifosi locali, un gruppo di facinorosi ha forzato i varchi di ingresso, impedendo agli steward di controllare i biglietti ed eludendo i controlli.
Durante queste fasi concitate, due di loro hanno anche tentato di aggredire il personale di Polizia. Successivamente, nel corso del secondo tempo, uno dei soggetti identificati ha lanciato una bomba carta dalla gradinata, facendola esplodere all’interno del rettangolo di gioco.
La risposta della Questura: Daspo fino a 2 anni
A seguito di un’immediata attività investigativa, i sette facinorosi sono stati convocati in Questura, dove sono stati notificati i provvedimenti di Divieto di Accesso alle manifestazioni Sportive (Daspo) firmati dal Questore Roberto Pellicone.
- Quattro persone hanno ricevuto un Daspo di 1 anno.
- Tre persone (i responsabili della tentata aggressione e del lancio della bomba carta) hanno ricevuto un Daspo di 2 anni.
Pellicone: “Pochi soggetti danneggiano l’immagine della città”
“La risposta della Polizia agli episodi di violenza è stata ferma ed immediata”, si legge nella nota della Questura. Duro il commento del Questore Roberto Pellicone: “In un momento così importante per il calcio a Siracusa, e mentre la stragrande maggioranza degli sportivi sta dimostrando grande maturità, è inaccettabile che pochi soggetti, che non si possono definire tifosi, mettano in atto condotte che non solo qualificano loro stessi ma soprattutto rischiano di danneggiare l’immagine di una città e di una società che sta facendo enormi sforzi per stare tra i professionisti”.







