L’iniziativa, promossa dal Centro Clinico Idipsi (sede CUAV), vedrà gli uomini in prima linea per ribaltare gli stereotipi con messaggi di rispetto e responsabilità
Un flash mob contro la violenza di genere a Siracusa per ribaltare il paradigma della violenza invisibile e mettere gli uomini in prima linea nel percorso di cambiamento. L’iniziativa, dal titolo emblematico “I Panni Sporchi si Lavano in Pubblico”, si terrà il prossimo venerdì 10 ottobre.
A organizzarla è il Centro Clinico Idipsi di Siracusa, in qualità di sede del CUAV (Centro di Ascolto e Cura per Uomini Autori di Violenza) “Il Primo Passo”. L’obiettivo è chiaro: “Di violenza si può e si deve parlare”.
Come funziona: frasi stereotipate e messaggi di rispetto
Il flash mob vedrà un gruppo di uomini farsi carico della responsabilità di “nominare, riconoscere e trasformare” la violenza di genere. Lo faranno indossando dei “panni” (teli o cartelli) con frasi che capovolgono il senso dei più comuni stereotipi di sopraffazione.
Alcuni esempi dei messaggi che verranno esposti:
- Da “Stai zitta” a “Ti ascolto”
- Da “È casa mia, comando io” a “È casa nostra, decidiamo insieme”
- Da “È colpa tua” a “È responsabilità mia”
- Da “Se l’è cercata” a “Volevo solo colpevolizzarla”
Al termine di una passeggiata simbolica, i “panni” verranno stesi su dei cordini, facendo da sfondo a un momento di confronto aperto a tutta la cittadinanza, con la partecipazione di CUAV, Centri Anti Violenza (CAV) e associazioni del territorio.
L’obiettivo: “Non basta essere contrari, bisogna agire”
Il tema centrale dell’iniziativa è che “non basta dire di essere contrari alla violenza, bisogna assumersi la responsabilità di agire per contrastarla”.
Gli organizzatori puntano a sensibilizzare l’opinione pubblica, promuovere il ruolo attivo degli uomini nel cambiamento culturale e dare voce ai percorsi di autocoscienza maschile.
Oltre il flash mob: un percorso di cambiamento
L’evento del 10 ottobre è concepito come “un punto di partenza, una scintilla”. L’obiettivo a lungo termine è costruire un movimento diffuso, con percorsi educativi nelle scuole e una collaborazione con le istituzioni, per fare in modo che la violenza maschile contro le donne “non sia più un fenomeno accettato o minimizzato, ma un problema di cui gli uomini stessi si fanno carico”.