Lavori della mensa bloccati dalla Soprintendenza e i genitori restano fuori dai cancelli. Persino la “Festa dell’Autunno” sarà senza mamme e papà
Una festa amara, quella dell’autunno, che si celebrerà domani all’Istituto Comprensivo “Elio Vittorini”. I bambini canteranno, reciteranno le loro poesie, ma lo faranno davanti a una platea vuota. I genitori non saranno ammessi. Cancelli sbarrati, e non per scelta della scuola, ma come conseguenza di una situazione di caos che paralizza l’istituto da mesi.
A denunciare la situazione è una rappresentante delle mamme, che raccoglie il malcontento generale di centinaia di famiglie. “Un tempo c’era più inclusione – ci dice – e oggi bambini chiedono: perché noi non andremo a guardarli?”
La festa negata è solo la punta dell’iceberg di un disagio quotidiano diventato insostenibile. Tutta colpa del cantiere per la costruzione della nuova mensa scolastica, finanziato con i fondi del PNRR. I lavori, iniziati in estate, sono stati bloccati dalla Soprintendenza ai Beni Culturali per il ritrovamento di un blocco di pietra di latomia nell’area di scavo.
Da quel momento, il cortile della scuola si è trasformato in una trincea. L’intero piazzale interno, un tempo usato per l’ingresso e l’uscita ordinata degli alunni, è ora un cantiere transennato e inaccessibile. Come se non bastasse, la terra rimossa dagli scavi non può essere portata via: è accumulata in enormi “dune”, così alte, raccontano i genitori, “da oscurare la luce del sole e l’aria alle finestre di alcune delle classi”.
Senza più spazi interni di decompressione, l’uscita da scuola è diventata un incubo. I genitori sono costretti ad ammassarsi sul marciapiede esterno, lungo la strada. I bambini, secondo le lamentele raccolte, escono in modo dilatato, a volte uno alla volta, costringendo le famiglie a lunghe attese. Nel frattempo, il traffico veicolare sulla via non viene interrotto, creando una situazione di palese pericolo per l’incolumità dei più piccoli e degli stessi genitori. “Io stessa – racconta la rappresentante – sono stata investita da un ciclomotore, per fortuna senza conseguenze.”
La dirigenza scolastica nei fatti si trova tra l’incudine e il martello. Le nuove e rigide regole che vietano l’ingresso ai genitori non sono un atto ostile, ma una misura di sicurezza obbligata. Con il cortile trasformato in un’area di scavo, far entrare e stazionare centinaia di genitori insieme ai bambini in uscita è stato ritenuto troppo rischioso, visti gli spazi azzerati. La frustrazione della scuola, dunque, non è diretta ai genitori, ma, al pari loro, verso lo stallo burocratico che si protrae ormai da giugno.
Un blocco che, come ovvio, irrita non poco anche Palazzo Vermexio. Il Comune di Siracusa, ente appaltante dei lavori PNRR, vedrebbe nel “pugno di ferro” della Soprintendenza un eccesso di zelo, specialmente considerando il contesto: un’opera pubblica destinata ai bambini, ora fermata da un ritrovamento la cui gestione si sta rivelando più lenta e paralizzante del previsto.
In questo braccio di ferro burocratico, a pagare il prezzo sono le oltre 900 famiglie dell’istituto. E domani, il simbolo di questa paralisi sarà nel silenzio dei genitori fuori dai cancelli, mentre i loro figli, all’interno, celebreranno un autunno senza applausi.